L’eco della vicenda dei debiti fuori bilancio sta sconquassando la tranquillità della politica paternese.
E’ una vicenda turbinosa e tracimante e numerosi amministratori potrebbero essere travolti dal gorgo.
Mi corre l’obbligo di stigmatizzare il comportamento degli attuali amministratori che continuano imperterriti a giocare allo scaricabarile e, seguitano a demonizzare il modus operandi delle amministrazioni passate. Il capro espiatorio è un rito pagano di antichissima tradizione, ma è sempre equivalso alla illusione momentanea di scaricare una colpa, un male, una responsabilità su altri.
L’attuale amministrazione vorrebbe addossare le responsabilità patrimoniali ed erariali delle passività pregresse agli ex amministratori sulla scorta del tenore letterale dell’art 191 comma 3 tuel che statuisce:
qualora l'ordine di esecuzione di acquisti o forniture di beni e servizi abbia luogo in assenza dell'impegno di spesa, il rapporto obbligatorio intercorre, ai fini della controprestazione e per la parte non riconoscibile (mancanza di utilità) come debito fuori bilancio, direttamente tra il privato fornitore ed il funzionario, amministratore o dipendente che abbia consentito la fornitura
Purtroppo questa è una via invalsa perché si è recepita quella che è stata l'elaborazione giurisprudenziale, in particolare della Corte dei conti, ma anche del giudice ordinario, stabilendo che sono totalmente sanabili i debiti derivanti da acquisizioni di beni e servizi, relativi a spese assunte in violazione delle norme giuscontabili, per la parte di cui sia accertata e dimostrata l'utilità e l'arricchimento che ne ha tratto l'ente locale.
Per utilità si intende quella ricavata dalla prestazione di beni o servizi mentre per arricchimento esso va stabilito con riferimento alla congruità dei prezzi, sulla base delle indicazioni e delle rilevazioni del mercato o dei prezzari e tariffe approvati da enti pubblici a ciò deputati, o dagli ordini professionali, se trattasi di parcelle.
Sulla scorta di questi pronunciamenti nulla hanno da temere i precedenti amministratori perché gli incarichi conferiti dimostrano sia utilità che arricchimento per l’ente e, sono tutti debiti sanabili senza nessun profilo di responsabilità né patrimoniale né erariale.
La parte piu’ delicata della vicenda riguarda paradossalmente proprio gli attuali amministratori perché si ritiene che non siano normalmente riconoscibili gli oneri per interessi, spese giudiziali, rivalutazione monetaria ed in generale i maggiori esborsi conseguenti a ritardato pagamento di forniture in quanto nessuna utilità e arricchimento consegue all'ente, rappresentando questi un ingiustificato danno patrimoniale del quale devono rispondere coloro che con il loro comportamento lo hanno determinato.
Proprio come il caso di specie.
Ecco perché, al fine di evitare che gli attuali amministratori incappino nelle maglie della corte dei conti, chiedo agli stessi di intavolare una trattativa con il professionista per dirimere la controversia. Una trattativa basata sul riconoscimento legittimo dei compensi al professionista,sulla responsabilità e seriata scevra da risentimenti,malcontenti e rancori.
Antonello Garofano