L'esistenza di un ampio numero di piccoli comuni e di un territorio dalle caratteristiche ambientali e orografiche eterogenee è uno dei tratti caratterizzanti della nostra provincia. Per realizzare le condizioni per un effettivo esercizio da parte dei piccoli comuni del ruolo di tutela degli interessi dei cittadini e valorizzazione del territorio e delle risorse ambientali, che si esplicita in un armonioso sviluppo, le Comunità Montane così come sono state concepite e come funzionano oggi non possono più fronteggiare, se mai l'avessero fatto, quelle nuove emergenze che investono il territorio e il fenomeno di spopolamento ed impoverimento complessivo del nostro territorio. I limiti dimensionali delle amministrazioni locali, oggettivamente ostacolano l'intervento sul proprio territorio, ma le competenze e l'organizzazione delle Comunità Montane certamente non favoriscono quegli interventi mirati che andrebbero attuati su territori omogenei e contigui dal punto di vista geografico ma che ricadono in comuni diversi.
Con il tempo ci siamo convinti che le Comunità Montane, come già avvenuto in altre regioni più avanzate, vadano sostituite dall'Unione dei Comuni. A questo riguardo, c'è anche un dato politico, ovvero quello di cancellare dal comparto pubblico tutti quegli Enti non rappresentativi dei cittadini in quanto gli amministratori delle Comunità Montane non sono eletti direttamente dai cittadini, come avviene per i Comuni, le Province e le Regioni. Parliamoci chiaro, le Comunità Montane sono un vecchio relitto della "prima repubblica" da abbandonare: inutili carrozzoni dove si pratica consociativismo e cattiva politica. Nulla per le Comunità e per il territorio, poco per chi ci lavora.
Le Comunità Montane fanno spendere annualmente allo Stato italiano circa 2 miliardi di euro. Una cifra considerevole che potrebbe essere gestita meglio dai Comuni, magari associati, che sono in seria difficoltà e faticano a sopravvivere, dopo essere stati sfiancati , con successivi tagli di risorse che ormai si ripetono da diversi anni. Sinceramente anche la nostra Comunità Montana Terminio-Cervialto non si discosta più di tanto dalle altre. Non ha certo brillato per lettura del territorio e per efficacia ed efficienza negli interventi. Sicuramente però verrà ricordata per i tanti viaggi di rappresentanza, in Europa e negli U.S.A., per quella forma di movimentismo di cui non abbiamo colto mai né la necessità né la validità. Ed allora anche da noi la Comunità Montana sembra sempre più somigliare ad un soggetto politico in grado solo di costruire il consenso elettorale su presunti "Oscar alla carriera" piuttosto che ad un Ente sovracomunale capace di creare occasioni concrete di sviluppo per il nostro territorio. Se a questo poi associamo il male storico degli Enti Pubblici del Sud Italia, ovvero una gestione di tipo personalistico e rigidamente autoreferenziale, allora l'inefficacia delle Comunità Montane, in genere, diventa drammatica.
Ecco perché, forse, molti cittadini ironicamente tendono a rinominare l'Ente con l'appellativo di : " LA COMODITA' MONTANA". Noi Democratici, non accetteremo mai più di essere un semplice serbatoio di voti per chicchessia, né accetteremo che il futuro e la speranza in una nuova Paternopoli vengano mortificati, ancora una volta, da vecchie logiche politiche, anacronistiche e fuori luogo, anche quando sembrano avere il volto della modernità e del rinnovamento.
Data: 4.6.2007
PER IL PARTITO DEMOCRATICO PER L'IRPINIA
IL PRESIDENTE PROF. ING. ANTONIO PETRUZZO
IL VICEPRESIDENTE SIG. ANDREA FORGIONE
IL SEGRETARIO ARCH. ALEVIDIO ZOENA