La sfida del PD in Irpinia

Il percorso verso la creazione del Partito Democratico nella nostra provincia potrebbe incontrare qualche ostacolo nei prossimi giorni. Noi ci auguriamo che ciò non avvenga e facciamo gli scongiuri.

In primo luogo, si assiste ancora purtroppo a comportamenti diversi da quelli prospettati dalle mozioni congressuali anche da parte di chi si dichiara pubblicamente favorevole a sostenere ad esempio la mozione unitaria della Margherita.

Sinceramente, e lo diciamo con preoccupazione, il congresso provinciale della Margherita potrebbe non andare nel verso giusto. Tra le altre cose temiamo che alcuni autorevoli dirigenti della Margherita di Avellino chiederanno di aspettare le decisioni nazionali. Non sarebbe certo un atteggiamento incoraggiante e ci porterebbe a pensare che alla fine sia prevalsa nei diellini irpini quella tendenza a "lasciare aperta un'altra ipotesi", al "calcolo strumentale" che spesso sfocia nell' equilibrismo che vuole evitare la responsabilità del mettersi in gioco e decidere del proprio futuro.

Il primo partito provinciale, che dovrebbe farsi carico delle maggiori responsabilità e che ha la capacità culturale e politica di guidare il processo costituente del Partito Democratico non solo in irpinia, come dimostrano gli ultimi cinquant'anni di storia politica, non può rimanere a guardare alla finestra, aspettando non si sa cosa.

I dirigenti più maturi e le personalità più avvedute della Margherita dovrebbero favorire ed accelerare questo processo riformatore, evitando così anche di raffreddare gli entusiasmi che provengono da ampie fasce di società civile disposte a mobilitarsi per il "partito nuovo" e che rappresentano, senza alcun dubbio, quel "valore aggiunto" che spesso determina la vittoria del centrosinistra, così come dimostra il risultato dell'Ulivo alla Camera rispetto a quello conseguito al Senato con liste separate.

Nel contempo, chi sembrava essersi attardato, in un primo momento, su posizioni di retroguardia come nel caso del gruppo dirigente della federazione DS di Avellino, forse anche sotto la spinta di una base in fermento, ha saputo ritrovare la forza per rompere gli argini e canalizzare la propria visione politica, senza infingimenti, nell'alveo della grande casa riformista.

Nello specifico l'apparentamento ormai prossimo tra la componente che si richiama alla presidente Alberta De Simone e la componente che si richiama a Lucio Fierro e all'assessore regionale Rosa D'Amelio, apprezzato e favorito anche dal segretario provinciale Carmine Russo, che li porterà tutti insieme a sostenere la "Mozione Fassino" al prossimo congresso provinciale dei Democratici di Sinistra, di fatto si pone come punto di riferimento ed interlocutore affidabile di quella terza forza composta da tutte quelle persone e quelle associazioni che non si riconoscono nelle rigide logiche dei partiti tradizionali e che guardano al Partito Democratico con fiducia e speranza.

Ci auguriamo che i Congressi provinciali della Margherita e dei DS siano una vera occasione di confronto - sul percorso che ci condurrà al soggetto unico dei riformisti - tra iscritti, partiti e il mondo delle associazioni che rappresentano la società civile, anziché restare uno stanco rito interno, o peggio una resa di conti paralizzante e alla fine poco efficace per la stessa democrazia.

Il processo del nuovo Partito Democratico si fa anche adesso, con i congressi provinciali, con l'assunzione di responsabilità, con una proposta concreta, perché se ogni attore fa l'attendista, l'evocazione del Partito Democratico in irpinia è senza contenuto e copre soltanto la mancanza di una solida idea per il futuro delle nostre comunità.

     7 febbraio 2007                            

Prof. Ing. Antonio Petruzzo, PRESIDENTE  A.P.D.  IRPINIA

Andrea Forgione,VICE-PRESIDENTE  A.P.D.  IRPINIA

Arch. Alevidio Zoena, SEGRETARIO  A.P.D.  IRPINIA

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