L'INTERVENTO
PATERNOPOLI/Dopo la cena solidale della "Grande Alleanza"
L'ammuino.....
di Mario Sandoli*
E così, nonostante l'invito alla riflessione, la "Grande Alleanza" prosegue la sua marcia. In verità, e questo in fondo ci tranquillizza, con il solito copione e la solita ben sperimentata scenografia. Dalla documentazione fotografica messaci a disposizione, pare che si sia trattato di poca cosa. Pochi i commensali e qualcuno, almeno la foto è eloquente, ha tentato di nascondersi non prima di aver affidato al flash impietoso della macchina fotografica un bel..... "ma dove mi trovo?". Dai resoconti, poi, che ci è dato di leggere, tanti gli assenti: il Sindaco pare abbia fatto una fugace apparizione, diversi assessori se la sono date a gambe, tanti altri pure assenti e allora che c'è di grande in questa alleanza? Il paese, grazie a Dio è cresciuto; anche la paura della gogna mediatica è messa all'angolo. Chiunque, adesso, sa che il gioco deve essere pulito, senza minacce e nel grande rispetto verso tutti. La Magistratura sarà tempestivamente avvertita quando si passerà il segno del confronto civile per dare voce all'orgia dell'insulto gratuito. Paternopoli, non sarà più "na carta sporca". Il messaggio mediatico di folle osannanti il "nulla" non passa più. Sul terreno, oggi, a Paternopoli sembrano sfidarsi e confrontarsi due blocchi. Il blocco della Grande Alleanza ed il blocco che fa capo all'ex-Sindaco De Rienzo. Almeno così ci restituiscono le note di giornali che al solito hanno difficoltà a verificare. Non un cenno ai partiti, non un cenno alla grande tradizione centrista e popolare di Paternopoli. Si fa fatica a leggere la storia del nostro paese; si fa fatica a leggere quello che il paese veramente vuole. Noi riteniamo che quanto ad oggi è stato messo in campo è solo "ammuino". C'è dietro il movimentismo politico civico, la sapiente regia di chi vuole che le cose non cambino mai. Siamo stati avvertiti: non è cambiato nulla; c'è solo un tentativo di spostare il luogo fisico di quanto si vuole mettere in campo: dal frantoio, si passa ad un elegante ristorante. Tutta qui la novità. Il resto, gli attori sono gli stessi. Noi aderenti ad una forza politica centrista e popolare, non parteciperemo mai a questo giochetto. I nostri amici avversari, troveranno sul loro cammino la nostra determinazione a cambiare questo paese. I partiti tutti contrasteranno questo disegno messo in campo perché nulla cambi, perché questa nostra Paternopoli rimanga solo un insignificante puntino sulla carta geografica d'Italia. I soliti beninformati ci avvertono che l'ago della bilancia delle prossime amministrative sarà l'affidamento del "Centro per disabili". Un ulteriore tentativo, questo, di "sporcare" Paternopoli. Noi non crediamo a questa "verità": gestire il dolore e la sofferenza non è compito della politica. Né può essere merce per eventuali appoggi elettorali. E' il cuore, i sentimenti, i buoni sentimenti quelli che dovranno caratterizzare quelli che saranno chiamati alla gestione di questa importantissima realtà locale. Pur tuttavia, lo diciamo con franchezza, vigileremo sulla questione e non esiteremo un istante a portare all'attenzione della Magistratura qualunque atto che non vada nella direzione di un giusto e professionale affidamento. Ma Paternopoli non può essere ridotta solo alla questione del centro sociale per disabili. Paternopoli è ben altro. Sono le contrade dimenticate che chiedono giustizia. Sono i giovani che non hanno lavoro a chiedere ascolto. Sono le difficoltà, le richieste di aiuto che vengono disattese. C'è un tessuto sociale che deve essere ricostruito. C'è un'unità che va recuperata. C'è una "gratuita'" nell'aiuto che deve essere rafforzata. Il civismo non può rincorrere queste domande. E' la politica che deve farsene carico. Sono i partiti che devono ritrovare l'antico orgoglio. Sono gli uomini di partito che devono mettersi in gioco. E' l'intelligenza, l'altruismo, la gratuità, che devono essere poste al servizio di tutti. E' questo l'accorato invito che noi facciamo ai partiti tutti. La grande provocazione che deve partire qui da Paternopoli è una "trasversalità" politica che su un progetto di speranza, di crescita, di moralizzazione, si mette in gioco. In questo mese di gennaio che si annuncia freddo, ai partiti toccherà scaldare i cuori e riflettere su quanto stiamo vivendo qui a Paternopoli. E pensare al progetto che ostinatamente dobbiamo mettere in campo. Progetto di democrazia, di libertà, di solidarietà, di condivisione. E parlare, poi, di grandi ma semplici gesti. Di sensibilità poste al servizio del dolore e della sofferenza. Piccole gocce di un mare di indifferenza pronte ad alimentare e far vivere la pianta della solidarietà. Gocce di acqua tese a far rivivere la speranza a chi chiede, a chi vive la propria quotidianità nel più grande disagio. Poche gocce. Piccola cosa, si dirà, rispetto alla enorme domanda di aiuto. Ma è già un bene che, sia pur poca cosa, è già stata fatta. E poi è già un gran bene che se ne parli. E che se ne parli, però, con discorsi impegnati fornendo una risposta pratica ad una "domanda" apparentemente astratta. I discorsi impegnati sono l'unico rimedio contro la sindrome del silenzio-indifferenza. A tutti coloro che si sentono offesi e che aborriscono la propria condizione di spettatori, a tutti coloro che vorrebbero che gli spettatori acquisissero i mezzi adatti a sviluppare la determinazione necessaria per innalzare se stessi allo status di attori morali, non si può prospettare altra strada che quella di una lunga e difficile lotta. I partiti tutti dovranno essere pronti a questa lunga e difficile lotta per il bene della nostra amata Paternopoli. A metà gennaio sarà organizzata, qui a Paternopoli, presenti tutti i partiti, la "giornata della speranza".
*architetto e giornalista
centrista e popolare