E' passato un anno da quando Duilio Barbieri si è seduto sulla poltrona di Sindaco di Paternopoli.
Un anno è un periodo molto lungo in politica come nella vita di una persona. È però il tempo necessario per ascoltare le persone, stabilire con loro rapporti forti e importanti, coinvolgerle in un progetto condiviso, costruire insieme un percorso di partecipazione e di dialogo tra la politica e i cittadini, sia come individui, sia nelle forme associate di cui fanno parte.
Tutto questo, però, a Paternopoli non è avvenuto, anzi, si è arrivati allo smantellamento di alleanze che, a dire la verità, consolidate non erano e non lo erano mai state sicuramente perché non fondate sul cemento di un progetto politico condiviso ma sulla sabbia del personalismo e dell'avventura.
Noto con soddisfazione, grazie anche agli aggiornamenti continui del sito, che i Paternesi vogliono tornare a essere protagonisti nella costruzione del loro futuro, che non si accontentano di votare e di delegare qualcuno a rappresentarli nelle istituzioni, ma vogliono partecipare alle scelte dell'amministrazione.
La buona politica non può che essere fondata sulla condivisione di un sistema di valori e sulla partecipazione, il coinvolgimento sistematico dei cittadini che richiede relazioni dirette e reciproche. Bisogna riscoprire il valore della parola, che passa per una comunicazione diretta, molto fitta e continua, e nasce dal territorio, da reti anche piccole di relazioni che però possono sommarsi e costituire una maglia più larga. Sicuramente è un modello più complesso e faticoso da realizzare, ma consente di raggiungere un risultato fondamentale: la partecipazione, la voglia di esserci e di contare, porta le persone a stare insieme e a interloquire con la politica e le istituzioni.
Il dialogo non è mai inutile anche quando non ci si trova d'accordo, si impara a rispettarsi, a comprendere il punto di vista dell'altro, a esercitare spirito critico.
Vale, quindi, la pena tentare, investendo tempo ed energie nella costruzione di questi rapporti. Il muro contro muro non fa bene a nessuno, specialmente al paese e "le chiacchiere stanno a zero".
A Paternopoli auspicavamo la costruzione dell'Ulivo e siamo rimasti delusi perché due volontà e due progetti diversi non si erano mai composti e non erano mai stati condivisi... De Mita si, De Mita no.
Ora è tempo, per il paese, di metterci al lavoro per accorciare le distanze. Dobbiamo lavorare a rendere compatibili le due scelte e verificare la possibilità di individuare un punto comune che consenta di superare le lacerazioni. Un punto comune che deve essere condiviso da tutti e che è quello di far marciare un processo unitario che faccia superare senza traumi l'emergenza economica e finanziaria che vive il paese e che non ha precedenti.
Il progetto unitario nel quale abbiamo creduto e nel quale crediamo fermamente non può essere abbandonato. Dobbiamo impegnarci per questo e a questo fine con grande tenacia anche in una situazione che si è fatta più difficile.
Mi auguro che si possa soprassedere e rinviare a dopo "la resa dei conti" sui contenitori e che ci si possa mobilitare compatti sui contenuti per garantire al paese una via d'uscita realistica e responsabile.
Vi ringrazio per l'ospitalità e mi scuso con i paternesi per queste mie esternazioni, ma io AMO il mio paese.
Giuseppe Petruzzo