Lettera aperta al Segretario Nazionale del PD

Caro Segretario Walter Veltroni,

le parole da te pronunciate all'Assemblea Nazionale di Milano hanno suscitato in noi grande entusiasmo e sono state pienamente condivise. Nella nostra mente sono rimaste scolpite in particolare due parole d'ordine: DISCONTINUITA' e UNITA'. La parola "Discontinuità" è stata da noi interpretata come l'esigenza di cambiare i metodi e la costumanza politica dei vecchi partiti; mentre, la parola "Unità" è stata interpretata come la volontà di mettere insieme tutte quelle componenti della società italiana che si richiamano ai valori del riformismo e che ambiscono a costruire un nuovo modello di democrazia partecipata e partecipativa. Forti e consapevoli che la strada indicata da te a Milano è quella giusta, con animo sereno, fiduciosi, sabato 10 novembre, ci siamo recati a Napoli, alla Città della Scienza, per partecipare alla prima Assemblea regionale del Partito Democratico. Chi come noi ha creduto, fin dalla prima ora, nel Partito Democratico non poteva mancare ad un evento storico che nelle nostre aspettative doveva segnare il "nuovo inizio". Siamo partiti di buon'ora, con la macchina del nostro delegato-eletto, con a bordo la colazione a sacco, preparata la sera prima. Naturalmente, per non mancare all'assemblea di Napoli, abbiamo chiesto ed ottenuto dai rispettivi datori di lavoro un giorno di ferie. Dopo più di due ore di viaggio e di traffico metropolitano, all'uscita della Tangenziale, in direzione Bagnoli, ci siamo trovati immersi in un mare di immondizia che occupava, per diversi chilometri, gran parte dei marciapiedi e della carreggiata. Il raccapricciante scenario è rimasto inalterato anche quando, giunti nelle vicinanze della "Città della Scienza", siamo stati obbligati a parcheggiare la nostra autovettura fra due cumuli di immondizia. Le tante macchine blu, ben parcheggiate all'interno del cortile a loro riservato, munite di lampeggiante e custodite da autisti in livrea, godevano sì di un privilegio negato agli altri delegati, ma, erano comunque immerse nello stesso acre odore di putrido che esalava dai cumuli di immondizia. L'odore del mare del golfo di Napoli miscelato al puzzo dell'immondizia abbandonata richiamavano alla mente l'immagine di una novella Calcutta. Chi ha fatto di Napoli, un tempo perla del Mediteranno, una discarica a cielo aperto?  Noi, veri democratici, che giudizio diamo di questa scandalosa inefficienza? Quali sono le risposte che il nostro partito deve dare ai napoletani e chi è deputato a tradurle in atti concreti?

Se la nostra unica risorsa è rappresentata dalle personalità politiche che occupavano la prima fila della sala congressi, proprio come una volta facevano i ricchi proprietari terrieri quando si recavano in chiesa per assistere alla messa domenicale, c'è poco da stare allegri. Infatti, da questa vecchia oligarchia politica, ormai divenuta una vera e propria casta, i cittadini, disillusi e preoccupati,  non si aspettano più soluzioni concrete, utili a superare le difficoltà della vita quotidiana nella nostra regione. Anzi, gli stessi cittadini più volte hanno manifestato un forte malessere verso la politica che, tutelando i privilegi della casta, trascura sistematicamente l'interesse generale. Caro Segretario Walter Veltroni, non ti nascondiamo che proprio da questa Assemblea costituente regionale speravamo potesse emergere una nuova classe dirigente che segnasse una chiara discontinuità con il passato. Purtroppo, però, il neo Segretario Regionale del PD, Tino Iannuzzi, imbrigliato dalla logica dei vecchi apparati politici, che lo hanno sponsorizzato, non ha potuto pronunciare le due stesse fatidiche parole da te pronunciate a Milano. Anzi, nel suo discorso di insediamento, la platea ha colto un inequivocabile messaggio sintetizzabile in due parole d'ordine: CONTINUITA' e DIVISIONE. "Continuità" perché il suo mandato non mette in discussione il vecchio sistema di potere che ancora gestisce la cosa pubblica e perché accetta le obsolete e dannose logiche di lottizzazione e spartizione che hanno caratterizzato, in particolare, la nostra regione. "Divisione" perché, facendosi garante dell'attuale oligarchia politica campana, è costretto, fin dal suo insediamento, a praticare la strategia del "dividi et impera", mutuata dai Romani. Le nostre tesi trovano conforto nello svolgimento dei lavori dell'Assemblea costituente regionale. Infatti, dopo la proclamazione del Segretario, all'atto dell'elezione del Presidente regionale di garanzia, che secondo gli accordi doveva essere espressione delle minoranze (che comunque rappresentano il 47% dei delegati), la maggioranza, guidata da Tino Iannuzzi, si è irrigidita sul nome del candidato Salvatore Piccolo, unanimemente scelto dalle tre componenti di minoranza. In alternativa, la maggioranza, arrogantemente, ha proposto una candidata eletta nella lista nazionale di Salvatore Piccolo, dimostrando di non tenere in alcun conto l'indicazione della minoranza e di voler procedere unilateralmente all'elezione del Presidente di garanzia. Il neo Segretario Tino Iannuzzi, imbrigliato com'è dai suoi grandi elettori non ha trovato il coraggio di aprire concretamente con l'altra metà del partito, contraddicendo il suo discorso di insediamento. Per questa via ha spinto la minoranza ad abbandonare il Congresso, prima della chiusura dei lavori che si sono conclusi con l'elezione della Presidente del partito, votata da una sola parte della maggioranza, tant'è che non ha raggiunto nemmeno il quorum del 50+1 dei delegati. Se queste sono le premesse, il Partito Democratico in Campania di strada ne farà veramente poca. La nostra Regione è attanagliata da grandi problemi che vedono nella questione rifiuti e sanità i punti più dolenti. Questa vecchia classe dirigente ha dato prova di non essere in grado di risolvere i problemi dei cittadini. Essa non ha più le condizioni politiche per guidare il processo di rinnovamento delle istituzioni di cui la Regione ha urgente bisogno. Abbiamo il timore che, se alle  prossime elezioni saremo rappresentati da questa vecchia classe politica, rischiamo di consegnare il governo della Regione Campania nelle mani della destra. Caro Segretario, è necessario un tuo intervento che ristabilisca le regole democratiche e garantisca il processo di rinnovamento che in altre regioni procede speditamente. Noi, democratici coraggiosi, veri veltroniani, sentiamo la responsabilità di sottoporre alla tua attenzione l'anomalia campana che rischia di mandare in crisi l'immagine del nuovo Partito Democratico su tutto il territorio nazionale. I malumori emersi all'Assemblea Costituente Regionale, che sono arrivati anche allo scontro fisico, devono suonare come un campanello di allarme per tutto il partito. La distanza che divide la Società civile, che lavora e produce, da questa classe politica, arroccata a difesa dei suoi privilegi, rischia di diventare incolmabile, allontanando dall'impegno politico i giovani, le donne e gli uomini liberi e democratici. Nonostante questa cattiva partenza in Campania, noi continuiamo a credere nel Partito Democratico di Veltroni. Continueremo ad impegnarci, nel nostro piccolo, affinché gli spazi di democrazia diventino sempre più ampi per costruire davvero un Partito Democratico plurale, partecipato e veramente riformista. 

 

Data, 11 novembre 2007  

 

I Riformisti Coraggiosi:

Andrea Forgione - Delegato Costituente Regionale del PD

Antonio Petruzzo - Componente Provinciale dei Riformisti Coraggiosi

Alevidio Zoena - Segretario Circolo Partito Democratico "M. L. King"

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