L'intolleranza politica del collezionista

Ogni persona che aspira a diventare soggetto politico sa che quotidianamente è sottoposto ad una sorta di monitoraggio da parte dell'opinione pubblica. Infatti non è  possibile presentarsi ai cittadini, chiedere il consenso, essere eletto e poi credere  di tornare nell'anonimato senza rispondere di fronte al popolo sovrano degli  impegni presi. Per inciso segnaliamo che di "mattacchioni" che promettevano mari e monti, per poi risultare venditori di fumo, Paternopoli ne ha avuto una "sporta", anche se poi ha avuto sempre il coraggio di scacciarli definitivamente dalla vita politica. Voci ben informate ci riferiscono che all'interno della sezione "Nilde Iotti" dei Democratici di Sinistra vi sia un elemento politico che manifesta una forte intolleranza alla possibilità che il sottoscritto possa riottenere la tessera, in quanto ha rimosso i motivi che lo rendevano incompatibile. Premesso che il "processo" nei miei confronti, presso la  Commissione Federale dei Garanti Provinciali, non aveva motivo di esistere, se non inquadrato in una forma di persecuzione politica di "staliniana memoria"; premesso che le accuse sono risultate infondate per legittimare un provvedimento di espulsione; premesso che la Commissione Regionale (organo di giudizio superiore) ha annullato tutti i provvedimenti di espulsione nei confronti dei compagni di Montella e Scampitella; premesso che il sottoscritto non ha inteso ricorrere alla Commissione Regionale solo perché crede che il Presidente della Commissione Provinciale, compagno Gregorio Iannaccone, è uomo di buon senso e alta moralità, la mia personale battaglia per riottenere la tessera è una battaglia di civiltà politica ed è, ahimè, direttamente proporzionale alle condizione di agibilità democratica all'interno della sezione e del partito provinciale. In principio avevo creduto che il soggetto politico che ostacolava il mio ritorno era il Capogruppo di Minoranza sig. Gennaro Pasquino. Alcuni tesserati alla sezione mi riferiscono invece che il sig. Pasquino è diventato possibilista rispetto a questo. D'altra parte il sig. Pasquino, da soggetto politico quale è  ha saputo perfino riallacciare i rapporti politici con il Capogruppo di Maggioranza, dimostrando così di non farsi guidare solo da motivi di rancore. Il compagno, invece, che mi osteggia fortemente, mi si riferisce che sia il sig. Quirino Lapio. Nel lontano 1995, io ed il sig. Lapio eravamo amici per la pelle. Volle candidarsi nella lista capeggiata dal sig. Romeo Blasi che si contrapponeva a quella guidata da Felice De Rienzo. Costrinsi i miei familiari a votare per il sig. Lapio nonostante  avessi dei familiari candidati in entrambe le liste. Credetti che era mio dovere appoggiare un'amico e che questo amico potesse rappresentare compiutamente i nostri ideali: libertà, giustizia e legalità. Il sig. Lapio risultò eletto consigliere di minoranza. Per cinque anni rimase nell'ombra. Non una iniziativa politica, non un intervento pubblico, non una manifestazione di dissenso segnarono il suo ruolo di consigliere di minoranza anzi, molte volte, si trovò a votare a favore dell'allora Sindaco De Rienzo, anche su argomenti prettamente finanziari. All'ultimo Consiglio Comunale, nel 1999, il suo Capogruppo sig. Blasi ( il sottoscritto era come al solito seduto in platea) nel pronunciare il discorso di commiato, dichiarò il suo avversario politico sig. De Rienzo "il più grande Sindaco della storia del novecento mai avuto a Paternopoli". Il sig. Lapio seduto di fianco al sig. Blasi annui'. Poi prese la parola il Sindaco De Rienzo che dichiarò che la minoranza del sig. Blasi era: " la minoranza più conciliante, rispettosa e collaborante della storia repubblicana di Paternopoli". A suggello di tali dichiarazioni consegnò pro manibus, a tutti i consiglieri, una bella "patacca" (leggi medaglia), bagnata nell'oro ed avente come effige una "stretta di mano"; simbolo con il quale aveva presentato la sua lista civica. Nel 1999 fui io a candidarmi e non mi risulta che il sig. Lapio mi abbia votato, anzi, abbiamo il fondato sospetto che abbia votato per chi gli consegnò la medaglia. Come di incanto, nel 2006, lo ritroviamo candidato Sindaco nella lista che ha come simbolo la Quercia. Nel periodo che precedette la presentazione delle liste io fui vicesegretario di sezione dei D.S., con delega all'organizzazione. Quindi sapevo benissimo chi erano gli iscritti al partito. Ebbene, durante la campagna elettorale, il sig. Lapio non era tesserato D.S. in quanto aveva restituito la tessera alcuni giorni prima del Natale 2005 (vedi ultimo verbale di sezione 2005). La domanda sorge spontanea. Chi e cosa ha riportato in politica il sig. Lapio? Ad ogni buon conto egli coerente con il suo pensiero politico non si è smentito. Infatti, si è presentato agli elettori candidato Sindaco promettendo legalità e trasparenza nella gestione della cosa pubblica, poi però dopo la BATOSTA ELETTORALE che ne è seguita, ha abbandonato la scena rinunciando al suo sacrosanto dovere di Capogruppo di Minoranza. Veda sig. Lapio la politica è una cosa seria e non una "pazziella pè criature". La sua storia politica non le dà il diritto di giudicare il mio operato politico, né lei, immemore della profonda amicizia che ci legò, è in condizione di trasformarsi nel mio più feroce detrattore. Il ruolo che ha disegnato per se di garante della coerenza, di castigatore dei costumi altrui, di novello moralizzatore, è assolutamente ridicolo. Che cosa ottiene alimentando nella sezione l'odio politico nei miei confronti? Sappia fin da ora che ho chiesto all'amico Duilio Barbieri, Sindaco di Paternopoli di coniare per Lei un'altra medaglia con l'effige della "Bilancia". E sì, perché il paradosso di tutta la vicenda è che Lei usa tutte le energie politiche che Le sono rimaste, nel tentativo di impedirmi il tesseramento al mio partito, i Democratici di Sinistra, mentre, quando l'altro Consigliere Comunale, l'amico Garofano, La richiama a fare una politica più incisiva, Lei si nega e dichiara che il Sindaco Duilio Barbieri è un'amico e non è Sua intenzione dargli fastidio. Guardi sig. compagno Lapio (se posso ancora chiamarla così) che Lei si è candidato contro il Sindaco Barbieri e non contro il  compagno Forgione. Il suo avversario politico è la margherita e non il  compagno Forgione. Per i prossimi quattro anni, tempo che La separa dal ricevimento della seconda medaglia, Lei dovrà dare prova di saper fare minoranza, e nel contempo, saper rispondere politicamente ad una evoluzione del quadro generale che è già in itinere. Io sono convinto che fra quattro anni, l'unica cosa che Le resterà tra le mani sarà la consueta medaglia, questa volta più bella, mentre il sottoscritto non solo avrà avuto la tessera dei D. S. , ma sarà un militante attivo del Nuovo e Grande Partito Democratico, probabilmente, con un amico in meno (uno perso e molti guadagnati). Ovviamente nulla di personale. Umanamente io La stimo e la rispetto e Le riconosco di essere uomo onesto, ma il suo agire politico, è "IL NULLA ASSOLUTO".

Andre Forgione

Paternopoli (AV), lì 10.02.2007

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