Cinque consiglieri su nove, tre di maggioranza e due di opposizione hanno firmato le dimissioni davanti un notaio e hanno decretato la fine dell'Amministrazione comunale paternese guidata dal sindaco Felice De Rienzo.
Ora c'è attenzione per capire quando si tornerà al voto. A causare le dimissioni sarebbe stato, ascoltando i firmatari (tre di maggioranza Pasquale Martone, Mario Troisi e Rocco Cresta e due di minoranza, Duilio Barbieri e Antonio Morsa), la tendenza ad accentrare del sindaco. Il consigliere di minoranza Antonio Morsa ci aggiunge anche la mancata azione amministrativa. «Un atto che ritengo sia stato molto responsabile, nel senso che purtroppo a Paternopoli non c'era più una sufficiente democrazia. Si era creato un clima pesante.
Oltre al fatto – aggiunge Morsa - che l'Amministrazione non ha fatto nulla e quindi è stata fallimentare, non potevamo che fare questo. Sarebbe stato peggio se avesse continuato a governare il sindaco De Rienzo. Avremmo perso altro tempo e lui avrebbe continuato a vendere fumo. Ribadisco che si è trattato di un atto di responsabilità, ed è avvenuto oggi perché non abbiamo voluto aggravare la situazione visto che per avere possibilità di andare al voto a maggio bisognava chiudere entro oggi.
Il commissario sarà qui solo per poco tempo. Io posso dire che ora siamo liberi di costruire una amministrazione di cambiamento che possa far valere la democrazia e soprattutto portare avanti l'uguaglianza, che possa dare una vera svolta al Comune che ne ha bisogno».
E ora l'ex consigliere di opposizione Morsa avvia il lavoro di costruzione di una lista che sarà presente in campagna elettorale.
«Da oggi sono al lavoro per costruire un gruppo di persone libere e soprattutto di persone determinate a sciogliere tutti i nodi che oggi si sono incagliati dato il volere essere accentratore del sindaco caduto, e della sua maggioranza fragile. E non poteva non esserlo visto che quando si sono candidati le aspettative erano importanti ma non possibili.
Non è stato possibile ottenere e raggiungere le giuste aspettative e meno male che sono andati a casa. La piaga è aperta e devo dire che sono rimasto molto sorpreso per il suo accanimento a voler rimanere in Comune, mi pare strano».
Chiusura con perplessità per Antonio Morsa sulla vicenda che ha registrato l'ennesima caduta di un sindaco.
Il profilo di accentratore è tra i motivi scatenanti la firma dal notaio per le dimissioni e far cadere l'Amministrazione.
Ma era una situazione che avrebbe potuto concretizzarsi anche una settimana prima, visto che i numeri c'erano, ma un consigliere si sarebbe tirato indietro e quindi si è ripreso il lavoro di convincimento presso un altro consigliere che ha portato alle firme necessarie.
Chi ha firmato provenendo dalla maggioranza, è l'ormai ex consigliere Pasquale Martone.
E' una vicenda che da tempo era avviata lungo questa conclusione. Da tempo anche io da consigliere di maggioranza, ero passato nel gruppo di Rifondazione e non riuscivo più a sopportare il fatto che lui accentrasse su di sé tutto.
Il sindaco ha sempre fatto da solo, non ha mai chiesto collaborazione. E quindi si è deciso di fare il passaggio. Era questa una decisione da prendere ora e si sperava di fare in tempo per il voto a maggio. Ma forse non riusciremo». Non si sbilancia sul futuro, Martone: «Da domani vedremo cosa accadrà. Si attende solo di conoscere la data del voto, e una volta conosciuta si potrà cominciare a ragionare. Se i tempi sono brevi si potrà pensare a costruire una lista, altrimenti si dovrà aspettare». In paese c'è agitazione e comunque c'è già la nomina del commissario prefettizio, si tratta della dottoressa Silvana D'Agostino.