Non ho alcuna intenzione di intraprendere un botta e risposta con l’amico Antonio Morsa, però non permetto ne a lui e ne a nessun altro di paventare un mia dipartita dal PDL, ne di tentare di liquidarmi come l’ultimo arrivato.
Il mio ragionamento è incentrato sul fallimento di quello che poteva diventare il primo partito politico del paese e si ritrova oggi a rincorrere gli altri nella formazione della futura lista elettorale. Relativamente all’incontro di ieri sera, stupisce l’affermazione della non ufficialità da parte di Morsa, in una suo nota ai giornali, visto che da oltre una settimana la stampa è stata riempita di comunicati in tal senso e il Coordinatore non ha ravvisato la necessità di smentirli.
Non si tratta di fare un passo indietro, ma di fare un passo in avanti nell’interesse del paese.
Non solo il Coordinatore, ma tutti i militanti del PDL sanno benissimo quali sono le mie posizioni e quali i motivi che mi hanno portato spesso ad alzare la voce per vedere rispetta quell’appartenenza che fa chiarezza e che ti fa diventare destinatario di una fiducia che solo se guadagnata sul campo ha un Valore con la “V” maiuscola.
Se si fanno delle scelte bisogna poi affrontarne le conseguenze, positive o negative che siano. Se si sceglie di stare nel PDL non si può pensare di vestire la doppia casacca in base alla convenienza del momento. In questo modo non si crea semplicemente “confusione” tra la gente, ma si crea il disinteresse perché si tenta di affievolire quei confini che invece rimarcano la ricchezza della diversità e sono alla base del confronto democratico.
O si sceglie di avviare un progetto civico e mettere da parte l’appartenenza politica o si sceglie di rappresentare il proprio partito. Nel primo caso le sigle devono essere lasciate a casa in modo da non obbligare i militanti ad assecondare eventuali progetti non condivisi. Nel secondo caso ci si comporta da “Partito” e si rispettano gli accordi siglati, anche con gli alleati scomodi.
Forse è l’amico Antonio che dovrebbe chiarirsi con se stesso, non attendere di chiarirsi con me.
Personalmente io sono e resto organico al PDL, ma non alle ambizioni personali. Nella mia attività politica esiste un solo arbitro: i cittadini, che giornalmente mi giudicano. Ho una personale visione di quello che si può fare per il nostro territorio, senza promettere la luna, ben conscio delle difficoltà in cui versa la regione.
Sperando di non aver favorito troppo con queste polemiche gli “amici” del PD e di coloro che gongolano al leggere delle diatribe degli avversi, mi auguro che tutti possano iniziare a lavorare nell’interesse del nostro paese, e non per soddisfare solo ed esclusivamente le proprie ambizioni.
Ing. Felice Pescatore