20- 21 Giugno 2008 - Paternopoli
Partito Democratico: il Congresso che non t'aspetti
Nessuna discussione pubblica. Solo l'elezione del gruppo dirigente.
Un vero peccato! Un'occasione sprecata per una sana discussione!
Questo l'intervento che avrei voluto poter pronunciare nell'assemblea:
Oggi in Campania si svolge un congresso che in altre Regioni è stato svolto prima delle elezioni politiche.
Questo ritardo ci ha svantaggiato allora e ci svantaggia tuttora.
Nel primo caso perché siamo stati costretti ad andare al voto senza Circoli locali costituiti e gruppi dirigenti democraticamente eletti. Un handicap non da poco, sebbene il risultato elettorale non sarebbe certamente cambiato se si considera che, da un'indagine del CENSIS, per l'80% degli elettori la scelta del Partito da votare è stato determinata dal messaggio televisivo. Solo il 6% ha scelto in base all'attività dei Partiti (manifestazioni, incontri, volantinaggi...).
Ci svantaggia oggi perché la fase congressuale avviene dopo la sconfitta elettorale, quando fisiologicamente si determina un appannamento o comunque una diminuzione dell'entusiasmo e della partecipazione.
Con questo intervento provo a dare un mio contributo al dibattito congressuale sia per una sorta di impegno morale e civile, sia perché sono convinto che il Partito Democratico è tutto ancora da costruire. Quello che diventerà, dipenderà da ciascuno di coloro che ne faranno parte, dalle idee e dalle sensibilità di ognuno, anche delle nostre.
Mi è ben chiaro che il P.D. non è tanto (o solo) l'evoluzione dei DS (e della Margherita) bensì un partito nuovo, nato per interpetrare una realtà che è cambiata, ricercando nuove forme organizzative. Mentre non auspico un ritorno al passato, non sono disponibile ad abiure di sorta.
La mia storia politica si è dipanata con estrema linearità, forse anche troppa, non avendo studiato bene Macchiavelli, dal PCI, al PDS, ai DS ed ora al PD. Anche a livello locale. Anche nei momenti più difficili. Senza mai, però, smettere di ragionare, senza portare il cervello all'ammasso. Anche alle ultime elezioni amministrative quando, non essendo riuscito a ricostruire la Colomba, ho seguito fino in fondo con il voto le scelte della sezione locale del mio Partito. Sebbene la pensassi diversamente e propugnassi una linea di alleanza con la Margherita,in sintonia con quanto avveniva a livello nazionale, regionale e provinciale.
Per le mie origini politiche sono naturalmente più favorevole a che il Partito Democratico assuma taluni connotati piuttosto che altri.
Prima di tutto ritengo che debba essere un partito strutturato, con circoli, tessere, gruppo dirigente e sede.. Il cosiddetto "Partito fluido", per il quale bastano poche persone che fanno comunicazione non mi convince. Sarebbe una sorta di oligarchia, illuminata o degenerata a secondo delle circostanze. Certamente non sarebbe un Partito per il quale varrebbe la pena di spendersi, sentendolo come proprio.
Il tema del lavoro dovrebbe essere fra quelli a cui dare prioritariamente importanza. Sono favorevole all'idea di rivitalizzare il popolo del PD affollando le piazze italiane per gridare no al lavoro che uccide, come ha proposto il Direttore dell'Unità.
Concordo che il tema della sicurezza sia strategico da affrontare. Non sono, tuttavia, favorevole ad appiattirci sul modo con il quale lo sta affrontando il governo che lo coniuga indissolubilmente con il tema dell'immigrazione, con l'utilizzo dei militari con compiti di polizia, con il divieto delle intercettazioni se non per reati che comportano pene superiori a 10 anni. Il clima dialogante, costruttivo, positivo mi sta bene in linea di principio. Del resto è questo il modo in cui riesco ad esprimermi in politica e nella vita. Abbiamo, però, il dovere di non farci piombare con il nostro consenso in una condizione che dimentichi il valore dell'accoglienza e della solidarietà verso gli immigrati; che metta il bavaglio alla stampa e normalizzi la Magistratura; che metta l'esercito in strada come fossimo in Colombia. La sicurezza dei cittadini, bene primario, credo non debba passare attraverso lo snaturamento della democrazia.
Prioritario, altresì, dovrebbe essere secondo me anche il tema dei mutamenti climatici, dell'ambientalismo, delle fonti di energia. Un tema vasto e trasversale che condizionerà le sorti dell'intera umanità.
Per quanto riguarda il livello provinciale e locale, io sono tra quelli che considerano fondamentale ricercare alleanze e forme di positivo incontro con la Sinistra che si sta riorganizzando. Nello stesso tempo ritengo necessario proseguire o ricercare l'alleanza con l'UDC del Presidente De Mita. Non per simpatie o motivazioni personali: non sono fra quelli che hanno avuto l'onore di essere ricevuti da lui in qualche circostanza o in qualche luogo, né sono fra quelli gratificati di alcunchè.
Semplicemente ritengo sbagliato spingere la sua Formazione fra le braccia della Destra. D'altra parte, poiché il PD non è autosufficiente, non ricercare alleanze ci porterebbe a sicure sconfitte elettorali alle prossime elezioni Provinciali e Regionali.
Trovo, altresì, fondamentale che il PD, anche nella pratica politica locale, assuma i connotati di un Partito inclusivo, costruttivo, corretto nella forma e nella sostanza, sebbene radicale nell'affermazione e nella difesa dei Principii.
E' inprescindibile avere una sede, un luogo fisico dove discutere e partecipare, dove far emergere le opinioni e costruire un sentimento di comune appartenenza, dove operare le scelte che dovranno essere dei tanti e non dei pochi. Ritengo, perciò, che gli organismi dirigenti da eleggere più ampi sono e meglio è.
Per quanto riguarda i rapporti con l'Amministrazione Comunale e con l'Opposizione: ritengo vadano improntati all'attenzione, senza appiattirsi in modo pregiudiziale sulle posizioni che esse esprimono. Credo, anzi, che le convergenze vadano ricercate sulle proposte prodotte dal PD, valorizzando i rapporti con i singoli Consiglieri che con esse si trovano in sintonia. A tale proposito ritengo che una proposta strategica possa essere quella di mirare a far conseguire al nostro Comune la "Certificazione ambientale" attestata da organismi nazionali qualificati. Non è il caso di entrare nel dettaglio dell'argomento. Certo è che lavorare per quell'obiettivo comporterebbe una rivoluzione positiva dell'organizzazione, dello sviluppo e della vita della nostra Comunità e dei Comuni limitrofi.
Credo sia del tutto secondario se questo mio contributo al dibattito sia tanto o sia poco, se sia qualificato o meno. Sarò patetico, ma quel che conta per me è che io ho provato a dare al Partito un contributo che ritenevo doveroso, così come ho fatto in altre circostanze ed in modo non episodico.
Anche il "Circolo degli amici del PD", nato come il Circolo di Campania Democratica, è stato tenuto in vita con quello scopo, positivo e costruttivo ad un tempo. Credo che la sua funzione stia per esaurirsi e, pertanto, assumerà altri connotati ove possibile ed opportuno.
Auguro buon lavoro al gruppo dirigente che verrà eletto che, come già detto, auspico sia quanto più possibile numeroso ed articolato, in modo da garantire pluralità di voci e di opinioni. Se ne ha estremo bisogno.
Federico Troisi