C'è un paese senza futuro e questo paese è Paternopoli. Ne abbiamo le prove, le abbiamo raccolte nel corso di questa campagna elettorale. Abbiamo visto un paese assente, abulico, indolente, inconsapevole, senza passione civile, morale, ideale, senza prospettiva di futuro. Un paese senza futuro perché non è in grado di coltivare sogni, perché non è capace di guardare il mondo con occhi diversi da quelli che ha sempre avuto, perché ha rinunciato a tracciare, per i suoi giovani figli, il sentiero verso la felicità. Le elezioni si sono svolte nella più completa indifferenza, preferendo scegliere la strada del disimpegno, dell'attesa piuttosto che quella dell'azione; oppure la strada del compromesso, dell'interesse personale, del tanto peggio tanto meglio, del tipo "sono tutti uguali" e cosi via. Cosi ha scelto candidati senza un minimo di coerenza ideale, campioni di trasformismo, uomini per ogni stagione , capaci di passare da destra a sinistra e da sinistra a destra.
Come se Paternopoli fosse ancora quella dei "galantuomini" votati solo perché erano il medico di famiglia o perché fanno fare le risonanze magnetiche senza attesa, o quella dei capetti di fazioni familiari che taglieggiano e ricattano con false promesse di posti in aziende che purtroppo risentono della crisi. Un voto dato sulla base di convenienze minuscole, sulla base di qualche interesse personale, sulla base di nulla che abbia a che fare con il bene comune. Il trionfo dell'antipolitica oppure la vittoria della politica piccola piccola che si impregna di livore e rancori personali verso chi non si piega alla logica dominante e viene visto, da alcuni che già hanno ma vogliono sempre di più, come ostacolo al soddisfacimento delle proprie ingordizie. Uomini e donne, strangolati dal bisogno quotidiano, ridotti a mendicanti di diritti che fanno anticamera [...]; laureati e laureate, senza amor proprio, [...]: tutti sono state le vittime di imbonitori e falsi profeti che sotto le mentite spoglie di salvatori della patria nascondono la precisa volontà di sfruttare la gente ed il territorio per l'arricchimento personale. Eppure sembrava che Paternopoli avesse intrapreso il lungo viaggio verso la democrazia, la partecipazione, la legalità, lasciandosi alle spalle presunti maghi e sanguisughe per andare finalmente verso la piena libertà. Invece no, come il gambero abbiamo fatto un passo indietro, complicandoci l'esistenza. Una battuta di arresto che non fermerà la corsa dei cuori coraggiosi e delle tante donne e uomini liberi e forti, democratici senza ripensamenti, che amano Paternopoli. È proprio questo amore che ci salverà perché il mondo corre nella direzione del superamento di queste logiche da clan familiari che vogliono assoggettare il paese riportandolo al passato. Chi vuole riportarci indietro non vincerà perché il futuro è l'unico tempo che ci è dato di vivere e chi oggi ha preferito farsi servo o ha scelto il ruolo di cortigiano domani si renderà conto che gli imbonitori non hanno nulla, vendono solo fumo, e risceglierà la strada dell'impegno comune, della partecipazione, del sacrificio, del rispetto di se stessi. La Paternopoli kapovolta tornerà con i piedi per terra. A noi democratici l'onere e l'onore di rimanere saldi ed invincibili, di farci trovare pronti perché combattiamo per la causa giusta e lo facciamo per chi ci crede, per chi non ci crede ed anche per chi è contro.
Cari democratici, siate pazienti, gli aguzzini della democrazia non passeranno, la lunga notte di Paternopoli sta per finire e la luce già si intravede oltre questi ultimi rigurgiti della restaurazione.
Andrea Forgione
Segretario del Circolo M. L. King di Paternopoli