Paternopoli governata dai figli di Paternopoli

Una desolante atmosfera avvolge i visitatori quando giungono nella piazza centrale di Paternopoli. La stessa scena appare anche lungo il corso principale e davanti ai circoli ed ai ritrovi pubblici. Nessuna illuminazione natalizia, nessun albero di Natale, nessun presepe fa da coreografia a questo avvilente Natale paternese. Perfino i pochi negozi aperti risentono della profonda crisi economica che sta attraversando la povera terra irpina, un tempo bella e ricca di speranze. Davanti al bar pochi giovani smarriti passano il tempo a bere e fumare senza un futuro certo ed adeguato. Più di 100 gli operai in cassa integrazione, compresi gli operai della FIAT di Pratola Serra che si sommano a quelli delle zone industriali della Media Valle del Calore. Qui, quasi tutte le fabbriche sorte nel dopo sisma del 1980 sono fallite o hanno chiuso prima ancora di aprire i cancelli. Il sogno demitiano di portare l'industria pesante in Alta Irpinia è miseramente fallito ed oggi è sotto gli occhi di tutti il degrado e l'abbandono che vivono le aree industriali con le loro cattedrali di ferro arrugginito e con  i fiumi ridotti a fogne a cielo aperto.

Ci vorrebbe uno scatto di orgoglio e di impegno da parte delle amministrazioni locali per affrontare il problema pur sapendo che da soli i comuni possono fare poco o niente. Si dovrebbe cominciare a ragionare come territorio e non come singole comunità. Invece, l'amministrazione demitiana di Paternopoli si è progressivamente isolata dal territorio circostante, rinunciando completamente ad affrontare i problemi legati all'area industriale, e con essi i problemi di carattere occupazionale, economico, sociale ed ambientale. Un tessuto sociale quello paternese oramai irrimediabilmente sfilacciato dal decremento demografico dovuto essenzialmente ad un fenomeno di nuova emigrazione. Ad andare via sono soprattutto giovani laureati o bravi artigiani che non trovano occasioni di lavoro adeguate in questo territorio rispetto alla loro bravura ed esperienza. Paternopoli diventa sempre più un dormitorio, una casa di riposo per anziani, una lungodegenza per malati cronici che fa molto male a chi rimane e al futuro di questo paese. Mentre il declino è sotto gli occhi di tutti, anche di chi fa finta di non vedere, i demitiani che reggono l'amministrazione comunale sono concentrati solo a conservare la poltrona di assessore o quella di Sindaco per la quale percepiscono complessivamente un'indennità che supera i trenta mila euro all'anno. Essi non sentono minimamente il dovere di rinunciare ad accendere qualche stella di Natale in meno a casa loro per farla accendere anche nelle strade e nelle piazze del paese. Chissà se gli amministratori comunali si rendono conto che il mandato di amministratore significa servire il popolo e non servirsi del popolo? Sette consiglieri comunali demitiani (tanti sono i consiglieri che compongono la risicata maggioranza) ormai alla deriva, senza consenso né prospettive né progetti per il futuro, individuati dall'opinione pubblica come un problema nel problema, sono divenuti politicamente dannosi per il territorio ed i suoi abitanti. Può Paternopoli permettersi questa pseudo classe dirigente che si trascina nel nulla, proprio ora, che siamo investiti da una profonda crisi economica che si somma ai tanti problemi endemici mai risolti? Proprio ora, in cui più forte è l'esigenza di non soccombere, di resistere e magari di risalire la china, non bisogna forse ricorrere alle nuove energie e alle migliori risorse umane che offre la nostra comunità? Noi, veri democratici del governo ombra di Paternopoli, crediamo che si è ormai toccato il fondo dell'abisso, perciò chiediamo al Sindaco demitiano Duilio Raffaele Barbieri ed al suo braccio destro Giovanni Fiorentino di dimettersi anche per amor proprio e per decoro politico, prima che le forze di opposizione giungano alla decisione di raccogliere le firme e di mandarli a casa. Noi, i democratici di Paternopoli, siamo pronti ad assumerci la responsabilità del governo locale. Abbiamo uomini ed idee che certamente incontreranno il consenso dei cittadini. I figli politici di Nusco che non fanno gli interessi di Paternopoli, facciano un passo indietro per permettere ai veri figli di Paternopoli di riprendere il giusto cammino verso la rinascita. Se le dimissioni avverranno prima del 20 febbraio si voterebbe a giugno in concomitanza con le elezioni provinciali ed europee e quindi il commissariamento sarebbe breve ed indolore per la comunità paternese. Proprio in prossimità del Natale, signori demitiani, fate un gesto di solidarietà e di amor proprio, tornate alle vostre famiglie ed alle vostre occupazioni lavorative dove certamente siete bravi ed efficaci. Lasciate stare la politica e l'amministrazione della cosa pubblica dove avete dimostrato, all'opposto, di essere incapaci ed inidonei. Inoltre, qualche amministratore comunale si è trasferito ad Avellino dove ha portato persino la residenza, dimostrando così che i suoi veri interessi sono fuori dalla comunità paternese. Ebbene, noi crediamo che Paternopoli deve essere amministrata dai paternesi che vivono il paese e ne conoscono a fondo le bellezze e le debolezze. Non abbiamo bisogno di chi usa Paternopoli  solo  come  vetrina   politica,  per consolidare la propria immagine politica o per servire meglio gli interessi del satrapo di Nusco. I futuri amministratori di Paternopoli saranno figli di Paternopoli e non più figli di Nusco.

 

Data, 16 dicembre 2008

 

  Per il Governo ombra del PD Andrea Forgione Sindaco ombra del PD

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