Giovanni Fiorentino
Giuseppe Tecce
Le imminenti elezioni del Presidente della Provincia e del Consiglio provinciale rappresentano un primo importante passaggio nell'attuazione delle legge di riordino dell'Ente. La Provincia, come è noto, si avvia concretamente a divenire una istituzione di secondo livello di derivazione comunale ed in stretta connessione con i comuni della propria circoscrizione. La legge di riordino (la legge nr 56/2014, cd "Legge Del Rio"), ha stabilito non soltanto l'esistenza di legame politico ma, soprattutto e in prospettiva, anche di una sinergia di tipo funzionale ed organizzativa tra le autonomie locali "di base" (i Comuni) e la Provincia stessa. Le elezioni che si vanno a tenere, benché dirette alla individuazione dei vertici di un Ente di "secondo livello", assumono a nostro modo di vedere un rilievo non secondario per le implicazioni dirette che "il riordino" genera nella gerarchia delle autonomie locali, quindi nella gestione delle funzioni locali e quindi ancora, ed in particolare, nella programmazione territoriale e nella organizzazione dei servizi ai cittadini.
Benché il dibattito sia oggi incentrato sulle elezioni e sui nomi, è necessario ribadire che le funzioni di area vasta che la Provincia di Avellino andrà ad esercitare in questa nuova veste toccheranno da vicino la vita delle persone e delle comunità locali. La pianificazione territoriale, la tutela e valorizzazione dell'ambiente, l'organizzazione dello smaltimento dei rifiuti, il tema dei servizi di trasporto in ambito provinciale, la programmazione della rete scolastica nonché la gestione dell'edilizia scolastica, l'assistenza tecnico-amministrativa agli enti locali per finire con la promozione delle pari opportunità sul territorio provinciale sono, tra le altre, funzioni provinciali fondamentali che incideranno in maniera non secondaria sul futuro del nostro territorio, sul suo sviluppo e in definitiva sulla qualità della vita dei cittadini. Non solo: accanto a queste funzioni "fondamentali", altre potranno essere attribuite dallo Stato o dalla Regione con l'obiettivo di definire gli ambiti territoriali ottimali di esercizio di ciascuna funzione fondamentale e per conseguire quindi la migliore efficacia nello svolgimento delle funzioni da parte dei comuni e delle unioni di comuni.
Come ogni cambiamento, si possono intuire luci ed ombre nel riordino, ma rimane tuttavia ferma la circostanza che il dado della riforma è tratto e che, pertanto, rispetto a questa nuova condizione occorre confrontarsi non tanto e non solo per garantire la gestione dell'esistente nel tempo non facile che ci è dato di vivere, ma per definire in questo campo di gioco appena rinnovato il perimetro ed il percorso entro i quali si colloca il cammino di una comunità come la nostra. In sostanza, il riordino delle funzioni della Provincia assegna ai Comuni un ruolo importante proprio a tutela dei loro interessi ed è per questo che lo sforzo che andrebbe compiuto da chi ha ruoli amministrativi (ma anche da chi ha ruoli politici) sul territorio, è quello di provare a delineare una prospettiva, tracciare una strategia, assumere con chiarezza una posizione nel dibattito a tutela della comunità e del suo futuro.
Un elemento di questo dibattito è stato naturalmente, tra gli altri, quello legato alla individuazione della futura guida della nuova Provincia con l'emergere, negli schieramenti di destra e di sinistra, delle candidature dei Sindaci della città capoluogo e, sembrerebbe, della città di Ariano. A questa visione della nuova Provincia "a trazione cittadina" ha fatto da contraltare un orientamento legato alla valorizzazione del ruolo dei piccoli paesi e in particolare dell'Alta Irpinia (visione espresse tra gli altri dal Sindaco di Lioni, Rodolfo Salzarulo, nel Partito Democratico e da Ciriaco De Mita) con la possibile indicazione a Presidente di un Sindaco legato a questa parte di territorio.
I piccoli comuni, come si vede già solo in questo caso esemplare, si trovano a dover fare i conti con interessi e dinamiche generali all'interno delle quali è necessario ed opportuno assumere e sostenere un proprio punto di vista. Essi hanno quindi, al di là delle "fasce" di appartenenza e del valore ponderato del voto che possono esprimere (e – diremmo quasi - proprio in ragione di tale penalizzazione), un ruolo fondamentale nel contribuire alla più forte rappresentazione degli interessi del territorio amministrato e perciò alla costruzione e al miglioramento dei servizi e dei programmi di sviluppo rivolti ai cittadini che lo abitano.
Sta soprattutto sulle spalle di chi ha responsabilità amministrative in un Comune l'onere di individuare una collocazione netta nel nuovo scenario amministrativo che si apre e quello di assumere ed esprimere una posizione politica in questo dibattito, posizione che sia, auspicabilmente, a tutela della comunità intera. Sta nella responsabilità e nell'impegno dei cittadini di questa terra avvertire l'importanza dei mutamenti in atto e sostenere, come noi proviamo in questa circostanza e come proveremo anche in futuro, momenti di confronto e di discussione sulla tutela degli interessi dei piccoli Comuni e di chi vi abita.