Paternopoli/A proposito del “grande progetto politico”

L'ULTIMA CENA .........

di Mario Sandoli*

 

Abbiamo provato una grande delusione nella settimana appena trascorsa. E' stato contattato l'amico architetto Pasquale Lapio, oggi coordinatore di "Hirpinia idee e territorio" per chiedergli conferma di quanto "Paternopolionline" ci restituisce in merito alla "corazzata" pronta a scendere in campo alle prossime elezioni amministrative. Noi vogliamo un gran bene all'amico Pasquale, di cui siamo sempre onorati di essere un suo amico. Ma oggi, con la sua posizione, l'amico Pasquale sbaglia. Mi spiego. Nella nostra comune idea e mi riferisco a non molto tempo addietro, di costruire una Margherita forte e poi un PD riformista, laico e certamente in sintonia con le diverse sensibilità in esso confluite, cosa poi che non è riuscita, ponevamo per lo scenario politico paternese dei paletti ben precisi: no deciso al civismo che occupa spazi non propri ma delegati da una politica in affanno. Insieme affermavamo il primato della politica che doveva essere la espressione principe del volere popolare.

Oggi ci ritroviamo con l'amico che, almeno così pare, ha avuto un colpo di lampo sulla via di Damasco. La cosa ci amareggia epperò non sorprende. Sappiamo che all'amico Pasquale il coraggio non manca e la lettura che da degli avvenimenti è stata certamente sempre lucida e puntuale. Grande intelligenza la sua. Noi, però, molto modestamente proveremo a convincerlo ed a convincerci che il dato di partenza della sua analisi questa volta è sbagliato. E questo ragionamento proviamo a farlo un po' a tutti. La società civile, il civismo, si radica nelle società in cui la politica perde in dignità e rappresentanza; si radica nelle società dove i furbetti di turno immaginano, come appunto la storia locale ci insegna, di supplire alla "vacanza" della politica mettendo in campo comitati, associazioni e quant'altro per i più svariati motivi ma che certamente non vanno in direzione della tutela degli interessi della collettività. Ma proviamo a fare una domanda: a Paternopoli quando mai è esistita la politica nelle forme in cui essa ha legittimità di espressione e nei luoghi che la rendono ben definibile? In coro dovremmo rispondere: mai! E allora si tratta di supplire qualcosa che sul territorio non è mai esistito. E' tutto qui il problema. E allora, cosa ci saremmo aspettato? Semplicemente che la politica, aperta anche alla società civile che trova in essa tutto lo spazio necessario per manifestarsi e contare, finalmente scendesse in campo definendo le proprie diversità, che sono ricchezza sul territorio e rispondesse in modo deciso ed unitario a quella che è la vera malattia del nostro paese: il civismo! Ma non bastano già i guasti ed il danno che ha procurato al nostro territorio? Si legga bene cosa è successo negli ultimi anni a Paternopoli. Far finta di non vedere, di non capire, è complicità, è invito a che nulla cambi e che tutto rimanga come prima. Adesso c'è la cena. Dove nel bel mezzo, tra un piatto ed un altro, si scriverà anche il programma elettorale. Alla cena, mi è parso di capire, ci saranno le più disparate sigle civiche. Che non rappresentano la politica. Rappresentano istanze personali, anche legittime, ma che noi abbiamo sempre avversato.

E' un percorso tortuoso quello di "voltare pagina", cosa questa che tutti condividiamo, con i movimenti civici. Una sana politica in campo, siatene certi, semplifica tutto. Non interessa chi guida un processo politico, interessa - piuttosto - quanto si riesce a mettere in campo. Allora la politica deve ritrovare forza ed energia per essere motore della rinascita del nostro paese. A giorni, questo sì, la politica sarà chiamata ad esprimersi e confrontarsi su un altro percorso, che non è quello della "cena". Sarà un incontro di uomini che si riconoscono nei partiti e che hanno sufficiente coraggio per parlare alla gente dei loro problemi, delle loro ansie, delle loro speranze in modo finalmente unitario. La politica proverà a dare speranza a questo nostro tormentato paese. E c'è da giurarlo che se ancora una volta la politica dovesse fallire, dando così reiteratamente prova di irragionevolezza ed irresponsabilità, ci sarà comunque una coalizione di partiti, sia pure di testimonianza, a cui già da adesso do la mia disponibilità, a contrapporsi al disegno che si vuol mettere in campo con "la cena". Il tutto ovviamente nel profondo rispetto per tutti ed in grande democrazia.

*centrista

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