Ieri Dario Franceschini , e quel che resta della sua componente Dem, hanno annunciato la decisione di votare al congresso per Matteo Renzi . Con questo gesto Franceschini ha tolto a Bersani la maggioranza che ha gestito fin qui il partito. Non solo, obbliga i bersaniani , privi di candidato credibile , a schierarsi con il dalemiano Cuperlo. In questo modo , come sempre accade nel Pd, i gerarchi romani si sono divisi il partito, decidendo a tavolino chi deve vincere il congresso. Si sono divisi anche le quote per tutto : le tessere 70 % a Renzi e 30% per cento a D?Alema, le candidature, i segretari provinciali e regionali, ed i futuri posti di governo. Veltroni docet. Poca roba andra' a Civati e quasi niente a Pittella. Fatto cio' questo rapporto matematico va calato nei territori , secondo la mappa delle spartizioni decise a Roma. In Irpinia il 30% per cento andra' a Cuperlo . Ma chi e' Cuperlo in Irpinia?. E' Valentina Paris , che senza colpo ferire si trovera' ad essere il riferimento di un terzo del PD. Piu' difficile la situazione nel 70% renziano. Qui il leader naturale doveva essere Luigi Famiglietti ma cosi non e' e non sara'. Le ragioni di questo limite sono intrinseche allo stesso gruppo di Famiglietti ed all'incapacita' , in questi tre mesi, di lanciare una proposta condivisa, di disegnare un orizzonte. Tutte le energie sono state spese per costruire un gruppo chiuso, sulla scorta delle vecchie organizzazioni interne del pci e della dc. Uno sforzo che non riuscira' a superare il 20 per cento di tutta l'area renziana. Poca cosa se si pensa che Famiglietti e' unico eletto alla Camera e che avrebbe potuto essere l'unico riferimento del 70% renziano. Ma cosi non sara'. Il gruppo D'Amelio-Chieffo-Adiglietti-Repole non ha alcuna intenzione di fare il maggiordomo all'amico Salvatore Antonacci e si sta organizzando per potersi contare nell'area Renzi. Il gruppo che si riconosce in Franco Vittoria sta facendo altrettanto per il tramite nazionale di Bettini e Marino.
Poi c'e' l'incognita del gruppo De Luca-Venezia-De Blasio. Questi erano franceschiniani ma pare che il rapporto fra De Luca e Franceschini sia in rotta di collisione, tanto e' che le dichiarazioni di ieri di Franceschini non hanno avuto reazione immediata in Irpinia. Infine c'e' l'area Letta , fortissima ad Avellino, ma debole in provincia. Bisognera' capire cosa faranno Foti e De Stefano , soprattutto quando e come appoggeranno Renzi. A loro interessano garanzie sulla tenuta del governo. Non tutti lo vedono ma e' in atto nel pd una destrutturazione che portera' a nuovi equilibri , comunque sempre basati sulle stesse logiche e rappresentati dagli stessi uomini politici. Fine ingloriosa della rottamazione Per poter capire le quote dentro l'area Renzi bisognera' aspettare le scelte dell'ex senatore De Luca. Se si ricompone il rapporto fra lui e Franceschini la componente di Franceschini e' in grado in Irpinia di prendere ancora circa il 30% dell'area Renzi , se invece il rapporto non si ricompone allora De Luca potrebbe decidere di stringere alleanza o con il gruppo di Vittoria o con quello di D'Amelio o con quello di Foti-De Stefano, o anche con tutti e tre. A questo punto , sommando anche l'area lettiana, gli ex popolari avrebbero la maggioranza dell'area renziana, e Famiglietti resterebbe con in mano un pugno di mosche. In questo caso il prossimo segretario provinciale del Pd sarebbe lo stesso Enzo De Luca ...... Driiii DRIIIII suona la sveglia, sono le 6,30. Oh , stavo sognando, no era un incubo. Mi devo vestire , ho la legna da segare. Chissa' se gli adigliettiani sanno segare la legna, se i dameliani la sanno spaccare , se i deblasiani sanno quanto costa al quintale quella di quercia.
Va bene , vi siete spartiti e spolpato il paese, poco male che vi spartite il partito. Viene voglia di votare per Civati, se solo non sapessimo che alla fine anche lui si spartira' il suo due %. E speriamo che, in questa confusione, ai cittadini non venga voglia di votare in massa per movimento 5 stelle , o peggio ancora di andare a Roma direttamente con la motosega.
Andrea Forgione, dirigente provinciale del PD e segretario circolo di Paternopoli