PD, accelerare il processo costituente

La crisi di governo mette in evidenza la fragilità del sistema politico italiano. Il problema è tutto davanti a noi, più drammatico e pressante: mai come oggi si dimostra la verità dell'idea secondo la quale all'Italia serve una riduzione drastica dei partiti e un sistema elettorale che garantisca stabilità di governo. È chiaro che i processi politici che conducono ad una democrazia più matura - soprattutto così delicati - non possono essere forzati dall'emergenza. Però è anche vero che la corda prima o poi si doveva spezzare per le tensioni che si andavano accumulando con quei gruppi minoritari estremisti che pretendono dopotutto di restare, nello stesso tempo, nel governo e nelle piazze. Un'ambiguità che alla fine ha prodotto quelle divisioni, anche se marginali, che sono state fatali al governo Prodi. Non ci vuole molto a capire che gli italiani, sia di destra che di sinistra, in larga maggioranza, non gradiscono le forzature e le differenziazioni ad ogni costo all'interno della stessa coalizione politica. E non sono poche le occasioni in cui i cittadini invitano esplicitamente la classe politica a farsi promotori di iniziative che tendono a semplificare il sistema politico italiano, in particolare a ridurre drasticamente il numero dei partiti in parlamento. Non vediamo altra via per andare avanti se non quella di eliminare, al più presto, dal nostro sistema partitico quei caratteri "concitati e bellicosi" che rendono il nostro bipolarismo e le nostre alternanze così diverse da quelle di paesi con una democrazia più matura di quella italiana. Insomma, il compito della politica, nei prossimi mesi, se ci sarà un governo, anche se allargato a chi non vuole andare alle elezioni con questa legge elettorale, è soprattutto quello di riformare la legge elettorale in modo da abolire le liste bloccate, restituendo agli elettori il diritto di scegliere i propri rappresentanti, e di introdurre un efficace meccanismo premiale nazionale che escluda in partenza la possibilità di maggioranze legate agli umori di due o tre parlamentari. Fatta la riforma, se non saremo in grado di darci un governo che governi davvero, potremo anche tornare alle urne: sapendo però che ci sarà un vincitore e che avrà in entrambi i rami del parlamento i numeri necessari per governare. Ma il centrosinistra rispetto a questa evenienza non può farsi trovare spiazzato e deve accelerare il processo costituente del Partito Democratico perché non sappiamo quanto possa durare la legislatura, e nell'eventualità di elezioni anticipate non possiamo ripresentarci così come siamo: sarebbe un disastro. L'alleanza elettorale dell'Ulivo c''è già, ma non sarà più sufficiente. Per affrontare una nuova competizione elettorale servirà da parte nostra una proposta politica radicalmente innovativa in grado di aprire strade nuove per il futuro dei cittadini e del nostro Paese.

 

25 febbraio 2007                               

Prof. Ing. Antonio Petruzzo, PRESIDENTE  A.P.D.  IRPINIA

Andrea Forgione,VICEPRESIDENTE  A.P.D.  IRPINIA

Arch. Alevidio Zoena, SEGRETARIO  A.P.D.  IRPINIA

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