PD, indientro non si torna

In Italia, ma soprattutto nel mezzogiorno, si registra da diversi anni una crisi della democrazia rappresentativa. Bisogna prendere atto che i partiti così come sono organizzati non corrispondono più alla società del nostro tempo. Vanno abbattute le pareti che separano i partiti tradizionali dai cittadini, e lasciare circolare, in uno spazio più largo ed aperto, aria nuova e pulita, idee ed esperienze diverse, ma legate dalla comune aspirazione di far uscire il nostro Paese da quella condizione di instabilità cronica e di democrazia immatura che affligge il sistema politico e tutti gli ambienti di sviluppo e crescita economica. Le giovani generazioni, che non hanno vissuto il periodo della guerra fredda, e i nuovi cittadini immigrati, che non hanno conosciuto la storia italiana degli ultimi cinquant'anni, faticano a riconoscere nei partiti attuali idealità ed aspettative. Eppure sono proprio queste due categorie, che pagano il prezzo più alto per l'inadeguatezza di un sistema politico gerontocratico e discriminante, ad avere necessità assoluta di politica. Il Partito Democratico può essere una grande opportunità per chiudere con il passato e iniziare a costruire il futuro, per creare un clima di fiducia e di partecipazione, per costruire insieme un Paese migliore. Questo cammino tuttavia per avere successo deve entusiasmare proprio quei giovani, quei nuovi cittadini e quella società civile disposta a mobilitarsi per il "partito nuovo" e che rappresenta, senza alcun dubbio, quel "valore aggiunto" che spesso determina la vittoria del centrosinistra. Ma un partito veramente nuovo deve anche saper rinnovare la sua classe dirigente. Occorre mettere in moto un processo che porti alla na­scita di una nuova classe dirigente per il Paese, non solo politica ma anche economica e produttiva. C'è bisogno di slegare la forza racchiusa e imprigionata nel corpo sociale e nei giovani, liberare le energie che insistono sul territorio, svincolare l'attività politica e amministrativa da antiche logiche d'interesse, ridare fiato ad una "macchina" ormai stanca e ripartire di slancio: non possiamo permetterci di perdere il treno della competitività internazionale. Nella società e nel mercato abbiamo bi­sogno che emergano forze nuove, capaci, con grinta, abituate alla libera con­correnza e che abbiano fiducia in se stesse e nel Paese. Se la posta in gioco per il nostro Paese è alta e nobile, non mancherà l'en­tusiasmo da parte dei citta­dini che sono in genere più avanti dei militanti e dei mi­litanti che sono più avanti dei diri­genti. Il popolo dell'Ulivo è pronto a scendere in campo e ha compreso benissimo la necessità di dare vita al Partito Democratico. Lo spirito unitario nel centrosinistra, in altre parole, c'è già e non ammette ritardi. Dopotutto, le classi dirigenti dei DS e della Margherita hanno scommesso su questo pro­getto. Non saranno certamente le minacce di scissione che provengono dalla componente mussiana dei DS a frenare il processo. Il rischio di scissione c'è, non ce lo nascondiamo, ma ci auguriamo che anche nella nostra provincia i compagni che aderiscono alla mozione Mussi fac­ciano prevalere l'esigenza di guardare avanti e non indietro. D'altronde, la visione che offre il Partito Democratico in termini di giustizia, pluralismo, solidarietà, ambientalismo e passione democratica si coniuga perfettamente con i valori del "Socialismo liberale" espressi in Italia da Carlo Rosselli già nel 1929 e con gli ideali dei socialisti europei. Molti sono i segnali positivi che provengono dall'Irpinia e in particolare dai DS che si apprestano a celebrare il congresso provinciale. La maggioranza schiacciante ottenuta dalla mozione Fassino nei congressi di sezione ci dà ragione. E dà ragione a quel 10% della componente Angius che, pur partendo da posizioni diverse, non si tira fuori dal confronto propositivo ed è pronta ad accogliere la sfida. Il Partito Democratico si farà, anche se nella nostra provincia a co­struirlo concretamente ancora ne passa. Il processo è avviato, il dibattito aperto. Non si può che essere ottimisti.

 

Data: 30.3.2007

 

 

PER IL PARTITO DEMOCRATICO PER L'IRPINIA

IL PRESIDENTE PROF. ING. ANTONIO PETRUZZO

IL VICEPRESIDENTE SIG. ANDREA FORGIANE

IL SEGRETARIO  ARCH. ALEVIDIO ZOENA

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