Ieri sera , la commissione provinciale di garanzia del PD, di cui fa parte anche il nostro iscritto Antonio Petruzzo, ha emesso un verdetto dal quale emerge la piena vittoria delle tesi dei figli di Paternopoli. Infatti , sono stati i democratici paternesi i primi a sollevare il problema del tesseramento al partito di dirigenti ed eletti di altri partiti che, folgorati come Saulo sulla via di Damasco , erano diventati d'incanto renziani , dopo essere stati fieri ed intransigenti oppositori del progetto veltroniano. Una vittoria dei figli di Paternopoli ottenuta con continue telefonate , comunicati stampa, incontri politici , nel nome di Guido Dorso. La lettura dei suoi libri ci ha aperto gli occhi. In particolare un episodio raccontato nel libro " La rivoluzione meridionale" , edito nel 1925. Egli per suffragare l'idea che i mali del meridione fossero da addebitare per intero alle sue classi dirigenti , accusate di trasformismo, raccontava questo episodio. Nel 1922 , subito dopo la marcia su Roma dei Fascisti, ma prima che Mussolini divenisse il dittatore assoluto, una domenica mattina Dorso incontro' un sindaco irpino che conosceva e lo invito' a prendere un caffe' sul corso. Una volta al tavolino Dorso esordi rivolgendosi al sindaco: "! caro amico , si annunciano tempi difficili per noi democratici e liberali. I fascisti sono pericolosi ed il Re' sembra strizzargli l'occhio". Il sindaco per nulla intimorito rispose: " caro Guido , io non temo nulla. Tu sai che io sono un riconosciuto liberal- democratico, mia moglie e' figlia del farmacista del paese e mio suocero e' un monarchico di prima fila e poi , per precauzione, io ho chiesto a mio nipote di aprire nella piazza del paese un circolo dei fascisti, proprio sotto casa mia . Comunque vada io vinco sempre" . Dopo un secolo siamo ancora a quel tavolino. Come si puo' pensare che un sindaco o un consigliere comunale prima e' stato demitiano, poi diventa berlusconiano, poi si costruisce una lista civica personale , ed infine , appena capisce che Renzi potrebbe vincere le elezioni , diventa renziano ?. Ed il dramma che questi trasformisti , avvezzi al salto della quaglia, trovano sponda nel partito. Con il verdetto della commissione di garanzia , pronunciato ieri sera, si spezza questa catena , impedendo ai trasformisti di ottenere la tessera del PD. Certo questa non e' la piena vittoria della buona politica sui cortigiani del potere, senza patria e senza ideali, ma e' un punto da cui partire. Occorre sempre rimanere vigili ed incazzati perche' il PD e' ancora un covo di vipere e di accoltellatori, di nani e ballerine, di borseggiatori e di avventurieri senza scrupoli ma ci sono anche persone perbene , coerenti e oneste. I figli di Paternopoli, non potevano consentire che il sogno che fu di Franco Maselli, Lello De Stefano, Peppino Di Iorio, Aldo D'Andrea, Bernardino Tirri, Antonio Petruzzo, Andrea Forgione e tantissimi irpini diventasse il dietro cucina del sindaco della rivoluzione meridionale. Guido Dorso un secolo fa ci disse quali erano i mali del meridione d'Italia, adesso tocca a noi correggerli, partendo dal piccolo . ADESSO . E non per questo i figli di Paternopoli devono essere accusati di integralismo , semmai di coerenza.
Andrea Forgione, dirigente provinciale PD