L'Italia dovrebbe invertire il senso di marcia. Tutti gli indicatori, in questi ultimi anni, mostrano come il problema non riguarda solo l'economia, ma l'intera società: l'invecchiamento della popolazione, la scarsa istruzione, la debolezza della ricerca, l'inefficienza dei servizi collettivi, la tolleranza per l'illegalità, la tendenza a rifugiarsi in difese corporative, la difesa di piccoli e grandi privilegi, la paura di aprire alla concorrenza in settori protetti dell'economia.
Il nostro è un grande Paese, straordinariamente ricco di risorse. Esso deve tornare a crescere, economicamente e culturalmente: è questo il primo compito che si deve porre il Partito Democratico.
Il Partito Democratico non deve a tutti i costi perseguire l'obiettivo della crescita, ma bisogna rendersi conto che senza crescita, diventa molto più difficile far prevalere i valori, la cultura, gli obiettivi sociali che gli sono più consoni.
Il ristagno economico riduce le occasioni di mobilità sociale, aumenta le divisioni tra nord e sud, diffonde nella gente preoccupazione e paura, induce le categorie a difendere ostinatamente anche i minimi privilegi, corrode i legami di solidarietà.
Tornare a crescere, per una società ed una economia che non riesce ancora a liberarsi dei lacci e laccioli del passato, deve diventare un obiettivo strategico.
Partito Democratico non significa rinunciare ad un'ideale cattolico o socialista, ma ricerca di nuovi importanti strumenti per esercitare meglio quelle funzioni che sono, da sempre, prerogativa della sinistra liberale e del mondo cattolico riformista. Bisogna accompagnare alla crescita economica la coesione e la giustizia sociale; ridurre le diseguaglianze, creare le condizioni perché ogni cittadino abbia le stesse opportunità, sostenere chi ha talento, far sì che la vera libertà sia di tutti e non di pochi eletti.
Il Partito Democratico non potrà nascere se non c'è buona fede e coraggio in coloro che dicono di volerlo costruire e se non saprà aprirsi alla società civile, alle associazioni, al volontariato e a gruppi di cittadini interessati a partecipare. Milioni e milioni di italiani sono stanchi di risse e faziosità, indifferenti a distinzioni del passato, preoccupati per il destino del Paese e dei loro figli, che sarebbero sensibili al messaggio lanciato dal nuovo partito: il realismo, la serietà, il sentimento nazionale, se accompagnati da un profondo senso di giustizia sociale, da un contrasto tenace dei privilegi, da leggi giuste applicate inflessibilmente e a tutti, sono caratteri apprezzati da un gran numero di cittadini. Trasformare questo potenziale apprezzamento in entusiasmo è poi compito di una classe dirigente carismatica e coesa, di buona organizzazione, di capacità di coinvolgere chiunque voglia partecipare e, perché no, di una buona campagna promozionale.
E' necessario, a nostro avviso, continuare a innovare la politica, se vogliamo dar vita al più presto al "Soggetto unico dei riformisti", ma l'innovazione politica può nascere solo se si apre, senza riserve, al "libero scambio delle idee". Condividiamo, pertanto, le tesi sostenute dal Consigliere regionale Mario Sena circa la necessità di "costruire dal basso" il Partito Democratico (Corriere del 24/8). Non a caso L'Associazione per il Partito Democratico per l'Irpinia ha promosso il Convegno del 16 settembre; questo vuole rappresentare una prima, importante occasione di discussione e riflessione, in Irpinia, sulle ragioni che spingono le forze riformiste a costituire "Il Partito Democratico" e sulla necessità di dar vita ad un più ampio e condiviso processo di partecipazione democratica.
Il 16 settembre, dal Presidente Ciriaco De Mita e dagli altri autorevoli esponenti politici, che interverranno al Convegno di Paternopoli, non ci aspettiamo un semplice "si" alla formazione del Partito Democratico né ci auguriamo che vengano evocati tutti i possibili elementi di divisione, dalle questioni di ordine etico alla futura collocazione del Partito Democratico in ambito europeo. Chiediamo solo, al Presidente De Mita, in primis, e agli altri autorevoli esponenti, che interverranno al Convegno, di sviluppare un ragionamento su una possibile visione comune del futuro. Una visione del futuro che nasce sicuramente da un percorso condiviso del recente passato ma soprattutto che saprà lanciare, come scrive il Senatore Angelo Flammia (Corriere del 6/9), una nuova sfida giusta e avvincente.
Paternopoli, lì 8 Settembre 2006
Il Presidente, Antonio Petruzzo
Il v. Presidente, Andrea Forgione
Il Segretario, Alevidio Zoena