Quale percorso costituente per il PD?

apdIl dibattito in corso sul Partito Democratico, che trova ampio spazio sui giornali locali, fa emergere una varietà di disegni possibili sul percorso costituente che avrà come sbocco il nuovo soggetto politico.

Tra i tanti, due disegni in particolare hanno catturato la nostra attenzione, che qui rappresentiamo in modo estremo e un po' caricaturale.

1) "Signori, lasciateci lavorare": Alcuni dirigenti irpini dei partiti che daranno vita al Partito Democratico, con una politica attendista, si stanno preparando a dividersi le poltrone lasciando fuori dal progetto il popolo delle primarie e la società civile. Bisogna dunque farli lavorare indisturbati lasciando alla loro discrezione e accettando in nome del realismo tutte le operazioni "Cencelli" che essi reputino necessarie per dare una prima forma al "Nuovo Partito". In particolare, e sempre in nome del realismo, si potrebbe pensare a una "prima forma" costruita per stadi: in breve, una forma federativa, in cui, per il momento, i popoli non allineati ai partiti restano fuori ad aspettare. Poi, se la prima forma riesce, si potrà passare ad uno stadio successivo prendendo tutto il tempo necessario, dopotutto il Colosseo non è stato costruito in un giorno.

2) "Il Partito Democratico nascerà su ideali deboli": Il Partito Democratico se nascerà non potrà nutrirsi di quei valori e principii che ancora segnano fortemente l'identità dei due maggiori partiti del centrosinistra. D'altronde, la fusione dei due maggiori partiti del centrosinistra rappresenta un alibi per liquidare un passato ingombrante per entrambi e tentare di ricostruire una verginità alle due vecchie nomenclature, quella dei DS e quella della Margherita, che saranno certamente riproposte alla guida del nuovo soggetto politico.

Crediamo sia inutile esporre le obiezioni e le risposte alle ragioni degli uni e degli altri: obiezioni e risposte sono serie e si possono facilmente immaginare ma il nostro compito è quello di unire e non di alimentare nuove divisioni. A questo punto, è invece utile esporre in sintesi, e al solo scopo di aiutare la riflessione, il percorso costituente con le sue tappe intermedie che si sta effettivamente delineando.

Il primo passaggio è stato fatto ad Orvieto dove Romano Prodi e i segretari dei due maggiori partiti del centrosinistra si sono assunti la responsabilità di avviare il percorso costituente, di indicarne le tappe, di stimolarne l'effettivo raggiungimento, di portarlo a conclusione nei tempi previsti.

Il secondo passaggio consiste nel costituire un Gruppo di Saggi a cui spetterà il compito di redigere il Manifesto del Partito Democratico che dovrà poi essere sottoscritto da tutti coloro che intendono aderire al nuovo partito. Inoltre, bisognerà dare vita ad un Comitato Costituente ristretto di persone tra loro affiatate, autorevoli e che si sono spese a favore del progetto nelle varie forme che esso ha assunto dal 1995 in poi. Persone che non siano pure cinghie di trasmissione dei partiti e delle loro esigenze in quanto organizzazioni: dunque politici, rappresentanti istituzionali, personalità del mondo intellettuale e rappresentanti delle associazioni e della società civile, i quali, anche se svolgono ruoli importanti nei partiti, sono noti per la loro indipendenza intellettuale, il loro equilibrio e la loro disponibilità al confronto su ideali "alti" al fine di realizzare il progetto.

La redazione di una proposta di Statuto del Partito e di un Manifesto di fondazione (Carta dei valori) è il compito fondamentale del Comitato Costituente: questi documenti riguardano la "nuova prospettiva" e sono destinati a regolare e indirizzare la vita politica del futuro partito. Si tratta di proposte, ovviamente: esse devono essere fatte proprie dai congressi dei partiti e delle associazioni che deliberano l'adesione al nuovo partito, designano i partecipanti al suo Congresso Costituente, e, così facendo, accettano lo scioglimento dei vecchi soggetti politici. Da questo segue che le proposte vanno elaborate dal Comitato Costituente in continua consultazione con i partiti e le associazioni. La platea dei delegati al congresso di fondazione, come dice l'On. Fassino, dovrà essere composta dal 50 per cento dei delegati espressione dei partiti e degli eletti nelle istituzioni e dal 50 per cento scelti direttamente dai cittadini con un meccanismo simile alle primarie (quest'ultima soluzione è una vera novità e una chiara apertura alla società civile). Sicuramente, i partiti eserciteranno una continua pressione sia sullo Statuto che sul Manifesto, perché si tratta di temi delicatissimi sia per i rapporti tra i partiti, sia, e soprattutto, per i rapporti interni ai partiti, tra le varie correnti e anime che coabitano nello stesso partito. Ciò è inevitabile e anche giusto: ma è compito del Comitato Costituente tenere la rotta, impedire che queste pressioni compromettano l'obiettivo di un partito "nuovo", democratico, unito e vitale.

Infine, dovrebbe essere convocato il popolo delle primarie per sottoporre al loro giudizio la proposta di Statuto e il Manifesto di fondazione, il cui senso è quello di chiedere: siete voi disposti a iscrivervi a un partito che ha questo Statuto e questo Manifesto? Non si tratta di deriva plebiscitaria, come scrive sui giornali l'On. Gargani, ma di partecipazione democratica al processo costituente e di richiesta di adesione al "nuovo soggetto politico" che, già oggi, suscita in milioni di cittadini, passione, emozione, aspettative. Fiducia nel futuro.

 

Avellino,  25 ottobre 2006

  IL PRESIDENTE, Prof. Ing. Antonio Petruzzo

IL VICEPRESIDENTE, Andrea Forgione

IL SEGRETARIO, Arch. Alevidio Zoena

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