Sicuramente a tutti è capitato di vivere una situazione frustrante, in cui ci si rende conto che qualcosa nell'ambiente che ci circonda non va, ma per quanto ci si sforza di comprendere le cose non si riesce a cogliere il nocciolo del problema.
Ebbene, come sempre le soluzioni vengono quando meno uno se lo aspetta, proprio come è successo a me in questo caso.
Leggendo un testo di strategia aziendale e cercando similitudini con casi del mondo reale ed esperienze personali ho analizzato il nostro comune (inteso come istituzione) come se fosse un'azienda e sono giunto ad una conclusione: al nostro comune manca una Strategia.
La Strategia, secondo la definizione che io preferisco, è l'abilità di coniugare l'ambiente esterno alle capacità proprie dell'azienda, in modo da creare beneficio per i suoi azionisti e dipendenti.
Riflettiamo su una cosa: qual è la strategia del nostro paese? O meglio: a cosa porta l'operato dei vari attori del nostro comune?
La risposta è tanto semplice quanto inquietante: non c'è strategia, non c'è alcun filo conduttore nel loro operato, se non le proprie aspirazioni personali (che sono comunque indispensabili, ma fine a se stesse se non producono un bene/servizio per la collettività).
Per meglio comprendere il concetto è possibile prendere come metafora le formiche: il loro operato è preciso e minuzioso, come si vede, tra l'altro, dalla linearità del percorso che seguono per giungere al formicaio. Se un fattore esterno disturba il loro percorso, si assiste ad una breve fase caotica in cui esse sembrano come impazzite. In realtà quello che a noi sembra caotico rappresenta un piano accurato per rispondere alla perturbazione esterna e riorganizzarsi in modo da raggiungere sempre e comunque il loro fine ultimo (scorte per il nutrimento).
Ora, possiamo dirlo in tutta onesta, Paternopoli vive in una situazione in cui la fase caotica è predominate. Non si sa bene le varie attività che vengono promosse quale scopo abbiano e se siano davvero utili al nostro piccolo comune.
La strategia dovrebbe essere quella di rilanciare l'economia del paese sfruttando le poche possibilità che si presentano o che si riescono a creare. E questo, si badi bene, non è un argomento che riguarda solo l'amministrazione comunale, ma riguarda tutti i cittadini.
Anche perché nello stato attuale l'amministrazione comunale ha un solo compito da perseguire, quello del risanamento economico-finanziario e della riorganizzazione della macchina amministrativa. Inutile indicare le dimissioni come panacea di tutti i problemi: bisogna lavorare, difendendo i propri valori e i propri ideali, con l' obiettivo del bene comune.
Non si tratta, quindi, di una partecipazione passiva, ma di lavorare in prima persona per cambiare le cose. Una possibilità può venire dall'utilizzo delle manifestazioni locali in termini economici evitando di realizzarle solo per il puro divertimento dei visitatori (che diminuiscono in modo preoccupante). Ma per fare ciò bisogna offrire un servizio e non un semplice svago.
Le persone sono disposte a spendere per soddisfare un proprio interesse, una propria passione, un proprio bisogno, ma esigono un servizio adeguato e un prodotto di alta qualità.
Un banco di prova potrebbe essere la prossima Sagra dell'Orto (o comunque si chiami) in cui però non ci si dovrà limitare alla semplice vendita eno-gastronomica, ma è necessaria una massiccia partecipazione dei produttori locali che dovranno essere i veri protagonisti. Altrimenti tanto vale lasciar perdere e godersi l'estate al mare.
Paternopoli, come i comuni limitrofi, ha come solo potenziale i propri prodotti e qualche labile attrattiva turistica che va valorizzata.
Il Carnevale e Zoster rappresentano il momento di massimo afflusso turistico ma devono crescere ed assumere un significato più profondo.
Soprattutto il Carnevale deve trasformarsi, perché è ormai ad un bivio: o diventa una grossa attrattiva sfruttabile economicamente, o è meglio rassegnarsi a fare una manifestazione fine a se stessa (senza nulla togliere a chi si prodiga per realizzarla) per divertirsi un paio di giorni. Inutile sbandierare ai quattro venti di avere una grande manifestazione se poi non si è in grado di sfruttarne le potenzialità.
Il problema, ovviamente, è anche politico.
Il nostro comune non ha dei rappresentanti forti ne a livello provinciale, ne a livello regionale ed inoltre manca un chiaro e trasparente progetto politico per il futuro.
Bisogna mettere il cittadino al centro dell'azione politica e non credere che esso ne sia succube, perché così si ha l'unico effetto di allontanarlo ancora di più.
Insomma, la strategia è una sola: bisogna realmente mettere al centro di tutto l'interesse del nostro comune, evitando di perdersi in continui campanilismi e collaborando per uscire dalla grave situazione in cui siamo attualmente.
ing. Felice Pescatore