Al Sig. Sindaco del Comune di Paternopoli (Av)
Al Sig. Segretario Comunale del Comune di Paternopoli (Av)
Ai Sigg. Componenti dell'Assemblea Consiliare del Comune di Paternopoli (Av)
RELAZIONE SULLA REVOCA DELLA DELIBERA DI G.M. 146/08
I consiglieri del Gruppo Consiliare d'Opposizione " Sinistra Democratica per il Socialismo Europeo",
P r e m e s s o
1. Che la Giunta Comunale con delibera n. 87 del 19 ottobre 2006, ha approvato il progetto preliminare per il consolidamento dei dissesti franosi delle località " Taverna" e "Fornaci" , individuabili nel Piano Stralcio redatto dall'Autorità di Bacino dei fiumi Liri - Garigliano e Volturno ( Piano aggiornato al 5 aprile 2006), sotto la classificazione di rischio A4 e R4;
2. Che nel corpo di Tale delibera, l'opera di risanamento, così come risulta dal quadro economico approvato, ammonta ad un totale di 4.062.064,00 euro;
3. Che con Delibere di G.C. n. 148 del 04/12/07 e n. 111 del 06/05/08, si prevedevano incarichi per la progettazione della realizzazione dei lavori di infrastrutture della Zona P.I.P in località Fornaci;
4. Che in entrambe le delibere citate al punto precedente, si dava atto che le spese di progettazione trovavano"copertura finanziaria compiuta soltanto ad avvenuto finanziamento del progetto relativo"
5. Che negli elaborati progettuali dei lavori di Infrastrutturazione della Zona P.I.P. manca la relazione sullo studio geologico-tecnico;
6. Che con delibera di G.C. n. 146 del 23/06/2008, si approvava il progetto esecutivo dei lavori di infrastrutturazione delle aree destinate ad Insediamento Produttivo, dichiarando l'atto " conforme al prescritto del D.lgs. n. 163 del 12/04/2006", con l'approvazione del quadro economico per un totale di 5.000.000,00 di euro, di cui € 98.200,00, per spese di progettazione;
7. Che il progetto esecutivo dei Lavori Infrastrutturali al Piano d'Insediamento Produttivo, prevede inoltre, la realizzazione di un impianto di selezione da raccolte differenziali e/o multimateriali, denominato " Piattaforma per la raccolta ed il recupero del materiale di risulta e di post produzione dei processi industriali delle aziende site nel comprensorio del Calore", la costruzione di un edificio da destinare ad incubatore d'impresa, la realizzazione di un cunicolo di servizi, la fornitura e posa in opera di una rete telematica a banda larga, nonché un sistema di videosorveglianza ed infine l'adeguamento ed ampliamento dell'impianto di depurazione esistente e del serbatoio idrico.
8. Che la "Piattaforma per la raccolta ed il recupero del materiale di risulta e di post produzione dei processi industriali delle aziende site nel comprensorio del Calore" dai dati di progetto, ha una potenzialità di trattamento di 20 tonnellate giornaliere e di 6.260 ton. annue , con l'impiego di 9 addetti per turno di lavoro.
9. Che nelle apparecchiature e macchinari componenti l'impianto per la raccolta ed il recupero del materiale di risulta e di post produzione dei processi industriali, è presente una "pressa continua" per l'imballaggio con una spinta di 80 tonnellate, capace di fornire una balla di 800 x 1100mm. di composto vagliato.
Ciò premesso,
C o n s i d e r a t o
1. Che nella Legenda del Piano di Stralcio dell'Autorità di Bacino di competenza, la definizione di Area R4 corrisponde "a rischio molto elevato", ed è l'area nella quale per il livello di rischio presente, sono possibili la perdita di vite umane e lesioni gravi alle persone, danni gravi agli edifici, alle infrastrutture e al patrimonio ambientale, la distruzione di attività socio economiche;
2. Che la definizione di Area A4 corrisponde ad "Area ad Alta attenzione", ed è l'area non urbanizzata, potenzialmente interessata da fenomeni d'innesco, transito ed invasione di frana a massima intensità con attesa alta;
3. Che ad oggi i lavori di consolidamento dei dissesti franosi delle località " Taverna" e "Fornaci" approvati delibera di G.C. n. 87 del 19 ottobre 2006, non sono stati mai eseguiti;
4. Che il quadro economico dei lavori in elenco nella delibera di G.C. n. 146 del 23/06/2008, non prevedono opere atte al miglioramento della stabilità delle aree denominate " Taverna" e "Fornaci";
5. Che l'area interessata alla realizzazione del Piano d'Insediamento Produttivo, ricade nelle Zone di maggior rischio evidenziate nel Piano Stralcio dell'Autorità di Bacino, il quale, nel Titolo II sulle "Norme d'uso del suolo" prescrive e vieta quanto segue:
Art. 3 Aree a rischio molto elevato (R4)
Comma 1. Nelle aree definite a "rischio idrogeologico molto elevato" si intendono perseguire i seguenti obiettivi: incolumità delle persone, sicurezza delle strutture, delle infrastrutture e del patrimonio ambientale;
Comma 2. Al fine del raggiungimento degli obiettivi di cui al comma 1 è vietata qualunque trasformazione dello stato dei luoghi, sotto l'aspetto morfologico, infrastrutturale ed edilizio tranne che non si tratti di:
E) realizzazione di nuove infrastrutture pubbliche o di interesse pubblico riferite a servizi essenziali non delocalizzabili, purché l'opera sia progettata ed eseguita in misura adeguata al rischio dell'area e la sua realizzazione non concorra ad incrementare il carico insediativo e non precluda la possibilità di attenuare e/o eliminare le cause che determinano le condizioni di rischio;
F) interventi atti all'allontanamento delle acque di ruscellamento superficiale e che
incrementano le condizioni di stabilità dell'area in frana;
G) opere di bonifica e sistemazione dei movimenti franosi;
Art. 4 - Aree di alta attenzione (A4)
1. Nelle aree di cui alla rubrica del presente articolo, non urbanizzate, si applicano i divieti e le prescrizioni di cui al precedente Articolo 3 e con le medesime eccezioni, qualora, in sede di approfondimento, risultasse la presenza di strutture, infrastrutture o beni ambientali e culturali.
6. Che negli elaborati progettuali dei lavori di realizzazione del Piano d'Insediamento Produttivo, manca la relazione sullo studio geologico-tecnico;
7. Che quanto si asserisce nella relazione del Progetto del Piano d'Insediamento Produttivo circa la preesistenza sia di un impianto di depurazione che di un serbatoio idrico a servizio della zona industriale, non risponde alla realtà di fatto;
8. Che ciò che si certifica nella relazione del Progetto Esecutivo del Piano d'Insediamento Produttivo, in merito alla descritta avanzata fase di attuazione dell'insediamento dei complessi industriali, non risulta essere veritiera;
9. Che il D.lgs. n. 163 del 12/04/2006 all' Art. 92 (Corrispettivi e incentivi per la progettazione) , recita:
Comma 1. Le amministrazioni aggiudicatrici non possono subordinare la corresponsione dei compensi relativi allo svolgimento della progettazione e delle attività tecnico-amministrative ad essa connesse all'ottenimento del finanziamento dell'opera progettata. Nella convenzione stipulata fra amministrazione aggiudicatrice e progettista incaricato sono previste le condizioni e le modalità per il pagamento dei corrispettivi con riferimento a quanto previsto dagli articoli 9 e 10 della legge 2 marzo 1949, n. 143, e successive modificazioni. Ai fini dell'individuazione dell'importo stimato il conteggio deve ricomprendere tutti i servizi, ivi compresa la direzione dei lavori qualora si intenda affidarla allo stesso progettista esterno.
Ciò premesso e considerato,
per tutte le ragioni esposte nei punti da 1 a 9 delle considerazioni sopra rese, si chiede la revoca della delibera di G.C. n. 146 del 23/06/2008.
CONCLUSIONI DI CARATTERE POLITICO
Da tutto quanto emerge, la realizzazione del Piano d'Insediamento Produttivo, sino a poco fa raccomandata dal gruppo consiliare " Sinistra Democratica" e prima ancora del Piano Urbanistico Comunale, sembra aver ricevuto una spinta solamente dietro la realizzazione dell'impianto denominato "Piattaforma per la raccolta ed il recupero del materiale di risulta e di post produzione dei processi industriali ricadenti nella Valle del Calore".
Non si capisce come mai per l'individuazione dell'Area P.I.P. non sia stata interessata né la società civile e né le aziende che già operano sul territorio per la loro eventuale delocalizzazione.
Ancora una volta si è disattesa la tanto declamata "Democrazia partecipata" del programma politico de "La Bilancia". Tutta l'operazione invece, è stata condotta con scarsissima visibilità ed interesse per la collettività, con evidenti forzature. L'omissione di tali importanti passaggi è dovuta unicamente alla preoccupazione di non farsi sfuggire il finanziamento del Vagliatore multi materiale. Opera, che già i comuni precedentemente interessati alla sua realizzazione, perché forniti di Area PIP, non ultimo il comune di S. Mango, avevano respinto. Nel Ns. caso, se avessimo avuto la possibilità di una valutazione serena, con l'appoggio dell'intera amministrazione, e la partecipazione sia degli artigiani che della società civile, probabilmente sarebbe stata senz'altro accolta, magari individuando un sito idoneo che avesse i requisiti che la materia da trattare richiede. Poiché il "Vagliatore multimateriale", avrebbe dato origine ad un discreto movimento economico con l'occupazione di circa 30 addetti, data la prospettiva di tre turni di lavoro; ma, la superficialità, la pressapochezza, e lo scarso interesse per i propri concittadini, hanno determinato una decisione così poco diligente. Infatti, questa maggioranza, oggi si prepara ad allocare questo stabile in un'area completamente inidonea, sia per le ragioni sopra esposte, che per motivi d'impatto ambientale.
Il vagliatore dovrà sorgere nelle immediate vicinanze di una scuola e di un nucleo abitativo (case popolari), ed a ridosso di un rinomato esercizio di ristorazione. Inoltre, l' inidoneità riguarderebbe impedimenti di tipo logistico. Il tratto di Via Carmine Modestino- Corso Garibaldi - Via Pozzo (cioè il tratto interno della ex statale 164 delle Croci di Acerno), in alcuni punti, presenta strozzature tali, da impedire un regolare transito senza sosta anche a due autovetture di piccole dimensioni. Immaginiamo due autocarri a pieno carico che si incrociano lungo il tratto descritto. Tutto questo, fa emergere la inconsistenza della compagine di Maggioranza, ed in particolare della Giunta Comunale che ha operato sino ad oggi. Infatti, nella "disgrazia" del dissesto finanziario, la fortuna di vedersi assegnare circa 1.500.000 euro, non è bastata a rendere più sereni gli attuali amministratori. L'assurdo è che, ad oggi, non sappiamo su cosa si siano adoperati. Tolta l'incombenza della massa passiva dalla Gestione del Bilancio Comunale, due anni e mezzo, sarebbero stati più che sufficienti a realizzare il Piano Urbanistico Comunale, che andava solamente integrato di alcuni lavori. Invece, ancora oggi, giace nel cassetto del Prof. Gasparini, in attesa di disposizioni in merito. Probabilmente perché torna più comodo ad un criterio dell'amministrare della Compagine di Maggioranza .
Qual'ora la Compagine di Maggioranza avesse l'intenzione di adoperarsi seriamente per gli interessi della collettività, come ad esempio gli strumenti urbanistici (la realizzazione del PUC), troverà nei componenti del gruppo di Sinistra Democratica, degli utili interlocutori.
Paternopoli 01/09/2008
I Consiglieri Comunali
Quirino Lapio
Gennaro Pasquino
Antonio Lo Vuolo