Resti di una villa romana nel Parco Fluviale

Durante i lavori di completamento della strada "Fondovalle Fredane", fra Paternopoli e Villamaina, dove il letto del fiume Fredane si allarga per versarsi poi nel fiume Calore, di cui ne è affluente, sono emersi i resti di una costruzione di epoca romana. La zona interessata dal ritrovamento è denominata Torano di Paternopoli e dal sito si può godere una bellissima vista della valle e del castello del principe di Venosa, Carlo Gesualdo. Ci troviamo a meno di due chilometri dall'altare dedicato alla dea mefite e dalle sue acque termali, usate fin dall'antichità per il benessere del corpo. Alla stessa distanza, ma in direzione opposta si può invece ammirare il ponte di Annibale, opera di ingegneria romana, che serviva a congiungere le due sponde del fiume Calore. In questo luogo giungeva una deviazione della Via Appia Antica che partendo da Aeclanum permetteva ai romani di raggiungere l'ara della dea mefite. Ed allora che cosa sono questi resti di muratura romana, fatta di sassi e malta a base di calce, che emergono in contrada Torano di Paternopoli? Potrebbe essere una villa di un ricco romano, devoto della dea mefite ed amante del microclima fluviale. D'altra parte, la città eterna nacque dalla stirpe di Enea il troiano proprio sulle anse del fiume Tevere. Oppure, potrebbe essere la costruzione di un'antica taverna-­locanda con annesso "scarricaturo" e ricovero per carri e cavalli. Quest'ultima ipotesi, a prima vista, è supportata dall'abbondanza di resti di vasellame di grande dimensioni usati per conservare olio vino e grano. Il taglio del terreno eseguito dalle macchine escavatrici della ditta incaricata di eseguire i lavori stradali ha portato alla luce uno strato lungo circa 30 metri ed alto circa 3 metri, ricco di reperti che affiorano dal terreno e che possono essere raccolti anche a mani nude.

Moltissimi sono i resti di anfore, tegoloni e vasi di terracotta che affiorano nello spazio delimitato dalle fondazioni in muratura dell'antico manufatto, che si sviluppa in una vasta area che va dalla riva del fiume fino alla vicina collina. Circa dieci anni fa, a meno di un chilometro da qui, in contrada Cesinelle, durante gli scavi per il metanodotto venne alla luce un'antica necropoli. Furono trovate circa 20 sepolture romane dove gli scheletri erano posti in tombe a forma di triangolo, costituite da copponi di terracotta. In una sepoltura di una giovane donna fu rinvenuta una collana di vetro realizzata secondo le tecniche egizie e risalente al secondo-terzo secolo dopo cristo. La cattiva politica, come sempre, non si accorge di quanta ricchezza nasconde questo territorio ed alla fine, anche per mancanza di finanziamenti, gli scavi si interruppero e la necropoli fu di nuovo ricoperta da quattro metri di terreno. Allora non si volle spostare di qualche decina di metri il percorso del metanodotto. Oggi, rischiamo di peggio. Non solo la villa romana non verrà portata alla luce ma neanche la strada "Fondovalle Fredane" che dovrà collegare i comuni di Villamaina e Gesualdo con l'arteria Ofantina sarà realizzata per mancanza di fondi. La strada "Fondovalle Fredane", appaltata a seguito di un finanziamento, con fondi Por Campania, per un importo di circa tre milioni di euro, dovrebbe servire non solo per l'ampliamento del polo viario dei comuni della Valle dell'Ansanto, ma soprattutto per lo sviluppo integrato delle "Terme di San Teodoro" e del Parco fluviale. Continua a manifestarsi la sciatteria e la mediocrità di una classe dirigente regionale. Noi, invece, crediamo fortemente nel progetto del Parco fluviale e nello sviluppo futuro di questo bellissimo territorio, che i civili romani, dopo averlo strappato ai fieri sanniti, amarono profondamente. Proprio da contrada Torano, dal luogo del ritrovamento della "dimora romana", prossimamente partirà una passeggiata culturale con lo scrittore-paesologo Franco Arminio. Infatti, per la terza domenica di luglio il tour "taccuini di viaggio" farà tappa a Paternopoli. La mattina si parte con il treno dalla stazione ferroviaria di Paternopoli, che si trova a pochi passi dal fiume Calore, in direzione Rocchetta Sant'Antonio per un viaggio tra sensazioni, emozioni e colori del paesaggio irpino. Alle ore 13,00 si ritorna a Paternopoli e si pranza presso una taverna sul fiume Calore (anche oggi esistono le taverne lungo il corso del fiume). Poi, da qui si parte in direzione dell'ara della dea mefite per sostare, appunto, presso il luogo del ritrovamento dell'antica "dimora romana", in contrada Torano. Durante la passeggiata culturale, lo scrittore-paesologo Franco Arminio leggerà alcuni brani del suo nuovo libro: "Vento forte fra Lacedonia e Bisaccia". Ci piace pensare, e non si è troppo lontani dalla verità storica, che in questo luogo anche il sommo poeta Virgilio si sia fermato prima di raggiungere il santuario della dea mefite ed abbia allietato i viaggiatori con alcuni suoi versi immortali. Ovviamente, del ritrovamento è stata informata la Sovrintendenza alle belle arti, ma finora nulla si è mosso. Noi, naturalmente, amiamo l'Irpinia e il suo territorio e non permetteremo più che la nostra storia venga ricoperta da una montagna di insensibilità politica.

 

Paternopoli, 26.06.2008

 

Andrea Forgione, segretario cittadino del PD

Raffaele Giusto, vice segretario del PD

Antonio Petruzzo, delegato provinciale del PD

 

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