Un Tintinnio di Manette

LETTERA APERTA AL COMMISSARIO LIQUIDATORE DOTT. NAPOLETANO

Egregio Commissario Prefettizio,

Le scrivo, prima ancora che come umile soggetto politico, in qualità di semplice cittadino di questa martoriata comunità. Sento l'esigenza di rivolgermi a Lei quale garante del diritto e della legalità. Chi e perché ha portato Paternopoli sul baratro del fallimento completo? La semplice dichiarazione di dissesto finanziario, operata dall'attuale amministrazione guidata dal Sindaco Duilio Raffaele Barbieri, apre la strada ad una verità tenuta nascosta per decenni e che può e deve diventare momento di catarsi per la cittadinanza tutta. Spese pazze, sperpero di pubblico denaro, opere pubbliche che hanno ingoiato centinaia di milioni del vecchio e del nuovo conio, fiumi in piena di consensi, serate danzanti con fuochi pirotecnici sfavillanti, valanghe di spezzatini e salsicce arrostite, cortigiani e ballerine che circondavano Lorenzo, Il Magnifico di turno, mentre i galoppini additavano i portatori di dissenso con l'epiteto di "cornacchie pazze", sono ormai alle nostre spalle. Dal 23 novembre 1980 ad oggi, Paternopoli ha beneficiato di finanziamenti per oltre 130 miliardi di vecchie lire e nonostante questo, continua a soffrire di emigrazione, disoccupazione, degrado sociale e morale, decremento demografico. Di fronte a noi c'è la possibile disintegrazione del tessuto sociale. E quei pochi volenterosi, animati dalla voglia di risanare, vengono etichettati come incapaci ed ignoranti. Qualche mattacchione vuole farci credere che il dissesto non esiste, sogna ancora il ritorno del "grande demiurgo", che con una delle sue illusioni, faccia tornare Paternopoli nella schiera dei Comuni virtuosi. Poveri pazzi. E' come pensare di curare il colera iniettando ad un organismo infetto l'agente eziologico della malattia stessa. Perfino la politica ha toccato il fondo, diventando terreno di conquista per avventurieri: si è visto di tutto, abbiamo toccato il fondo. Nella nostra comunità la maggioranza dei cittadini è invece alle prese con la battaglia quotidiana per la sopravvivenza; neppure chi vive con lo stipendio di dipendente pubblico può ritenersi al riparo dai problemi economici. Ognuno di noi ha ricostruito centinaia di metri quadrati di abitazione con i buoni contributi del terremoto, ma oggi, purtroppo abbiamo difficoltà a pagare i tributi per I.C.I., T.A.R.S.U. e servizi vari. Intanto i nostri figli sono costretti a cercarsi un posto di lavoro lontano da Paternopoli, perché il paese non offre più un futuro. La gente si ritrae dalla vita pubblica, tende a diventare apatica ed è facile per i soliti furbi rappresentare la solita luna nel pozzo. Qualche politico improvvisato fa circolare ad arte voci di presunte "librette" di risparmio dove ci sarebbero quattro o forse cinquecentomila euro nascosti (forse fondi neri?). Altri fantasticano facendo credere che nella formazione del bilancio si siano sbagliati i conti e che invece il Comune è florido. Nessuno di noi vuole ammettere purtroppo la cruda realtà. Caro paternese, mentre tu eri intento a ricostruirti le quattro mura di casa tua, chi ti governava "tè menato indo a lo puzzo". Sia chiaro, il Comune di Paternopoli è drammaticamente fallito, il danno è "STRUTTURALE" e il futuro è fortemente incerto. Caro paternese, la verità è crudele: per uscire da questa condizione occorre fare grandi sacrifici. Non c'è appello, a pagare dobbiamo essere tutti noi. Perciò mettiamoci l' anima in pace e apriamo il portafoglio. Un unico diritto rimane al cittadino paternese ed è per rivendicare questo diritto, egregio dott. Napoletano, che io mi rivolgo alla sua persona. Sono disposto a pagare, fino all'ultimo centesimo, anche e soprattutto i debiti del mio secondo figlio, che dovrà nascere a giugno e che già è debitore per colpe che non sono da attribuire né al padre né al nonno, semmai alla cattiva politica, però esigo quale cittadino di questo comune, che l'autorità giudiziaria indaghi a trecentosessanta gradi individuando i responsabili ed assicurandoli alla giustizia, a cui poi deve essere impartita una condanna esemplare. A Lei, egregio Commissario Prefettizio l'onere e l'onore di trasmettere tutti i precedenti atti amministrativi, non conformi alla legge, alla Procura della Repubblica di Ariano Irpino ed alla Corte dei Conti, che da tempo avrebbero dovuto già aprire, a mio modesto parere, un fascicolo sul "Caso Paternopoli". Con molta umiltà, Le rappresento che dal 1999 al 2004 sono stato Consigliere Comunale di Minoranza e ho trasmesso ampia documentazione alle competenti Autorità sulla questione debitoria dell'Ente Comune chiedendo di indagare a fondo, come era nel dovere di un Eletto del Popolo. Se ci sarà un'indagine seria ed approfondita; se si faciliterà l'emersione delle politiche sbagliate che hanno strangolato la nostra Comunità, allora il popolo sarà ben lieto di pagare e si sentirà finalmente riscattato perché avrà ricevuto giustizia. Se invece finisce tutto a "tarallucci e vino", in futuro, altri avventurieri politici si sentiranno autorizzati a costruire fortune politiche sulle spalle dei cittadini. Probabilmente, il sottoscritto in futuro si ritirerà dalla politica, non prima però che giustizia sia fatta, come da me promesso in pubblico comizio; giustizia per me e per i miei figli; giustizia anche per coloro che credono in uno Stato di diritto e nella libertà; giustizia per chi lavora onestamente, anteponendo il bene comune al misero interesse personale. Mi sono rivolto a Lei perché chi dovrebbe fare chiarezza, pur volendo non riesce a farla, e chi, per mandato elettorale, dovrebbe controllare non è propriamente efficace. Sicuro che Lei, dott. Napoletano, farà il suo dovere fino in fondo, senza fare sconti a nessuno, io mi metto, da subito, a disposizione Sua e dell'Autorità giudiziaria per ogni eventuale chiarimento ed approfondimento. Nel congedarmi, sottolineo che il mio intento non è di tipo investigativo o persecutorio, bensì và inquadrato nella logica della Denuncia Politica, anche se forte. Nell'augurarLe buon lavoro mi commiato con cordiali saluti.

Paternopoli (AV), lì 15.01.2007

 

PER IL PARTITO DEMOCRATICO PER L'IRPINIA

Il Vicepresidente Sig. Andrea Forgione

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