Un trullallero per tutti

Diciamocelo: leggendo i giornali, ascoltando la televisione e persino soffermandosi a origliare le classiche "chiacchiere da bar" sembra che alle ultime elezioni regionali abbiano vinto tutti.

Impossibile non sentire l'analisi del politicante di turno che, proponendo la propria criptica interpretazione del risultato elettorale, evidenzia che i numeri hanno premiato la sua are politica. Insomma tutti felici e contenti. Ci hanno tempestato di comizi, lettere, manifesti, comunicati e altre diavolerie simili e ora sono tornati tutti comodi sulle loro poltroncine o nelle loro sezioni di paese.

La domanda vera è un'altra: cosa cambia per i cittadini?

Rispondere a questa semplice domanda significherebbe fare i conti con le proprie responsabilità ed ammettere che, per l'ennesima volta, i programmi sono stati un optional e la gente ha votato in base ad altri fattori. Anzi, la questione inizia proprio da qui: gli elettori non hanno votato!

Un alto astensionismo dovrebbe essere un segnale d'allarme e non un salvagente da tirare in ballo per giustificare la disfatta di un'area politica senza assumersene le colpe.

Insomma il problema è che non se ne può più. I cittadini vogliono risposte, vogliono poter essere protagonisti del loro futuro partendo dal cose semplici e concrete, non di certo dal ponte sullo stretto.

Ecco il punto: la politica di oggi è lontana dai problemi concreti e le beghe di palazzo e dei singoli politici sono, sinceramente, una minestra riscaldata che in primavera comincia ad essere indigesta.

Questo in sintesi è il motivo per cui l'Italia si tinge di verde, verde leghista. Non parliamo più del partito dei primi anni '90 che faceva della secessione il suo slogan elettorale. Oggi il partito del sénatur è forza di governo ed esprime politici seri e capaci, in grado di ascoltare e rispondore direttamente alle esigenze della gente.

Ciò che accade, invece, nei due principali partiti italiani è una continua lotta di potere che pian piano li logora dalla base, essendo proprio i loro militanti ad esserne stufi. Nessuna democrazia interna, nessuna partecipazione, nessuna valorizzazione dell'impegno profuso. Niente di niente. Si è davanti a dei comitati elettorali mascherati da Partiti che, nel momento del bisogno, chiamano i fedelissimi per portare acqua al proprio mulino. Certo, c'è a chi questo modo di fare torna comodo poiché riesce ad ottenerne un tornaconto personale e c'è chi semplicemente è un "tifoso" e soddisfa così le esigenze del proprio ego.

La questione, invece, è che a perdere sono i cittadini che votano per inerzia, svogliatamente e sono ormai sfiduciati. I discorsi di un elettore si concludono, ormai, sempre con la stessa frase: "tanto chiunque sia a vincere non cambia nulla, sono tutti uguali".

 

Allora un trullallero per tutti, con la speranza che qualcosa possa cambiare.

 

 

Ing. Felice Pescatore

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