La Convention del Partito Democratico in Irpinia che si terrà a Paternopoli il prossimo 28 aprile rappresenta la prima tappa di un percorso appassionante e partecipato che ha visto in questa provincia persone, con storie personali e politiche diverse tra loro, lavorare su un progetto comune che mira a costruire il partito unico dei riformisti, al quale attribuiamo il compito di innovare profondamente contenuti e metodi della politica riannodando i rapporti tra cittadini, forze politiche ed istituzioni. Mai come in questo momento si evidenzia la profonda crisi che attraversa il sistema politico nel nostro Paese. Molti cittadini, e crediamo la gran parte degli elettori del centro-sinistra, hanno assistito sbigottiti ad un evento grave, come la bocciatura della mozione di maggioranza in Senato, che costituisce l'ultimo atto di un inasprimento di vicende che in più occasioni hanno messo in discussione la maggioranza di governo. Dobbiamo constatare purtroppo che l'esperienza del centrosinistra al governo è seriamente minacciata dagli umori di due o tre senatori. Con una legge elettorale come quella attuale e con un Paese che, bene o male, continua a dividersi a metà sui due schieramenti contrapposti, i numeri in Senato, chiunque sia a vincere le elezioni, saranno sempre al limite e la governabilità del Paese sarà sempre a rischio, con gravi conseguenze per lo sviluppo complessivo della Nazione. Pertanto, il compito della politica, nei prossimi mesi è soprattutto quello di riformare la legge elettorale in modo da abolire le liste bloccate, restituendo agli elettori il diritto di scegliere i propri rappresentanti, e di introdurre un efficace meccanismo premiale nazionale che escluda in partenza la possibilità di maggioranze legate ai capricci o, peggio ancora, ai ricatti di sparuti gruppi parlamentari. Fatta la riforma, se Prodi non riuscirà a tenere unita la maggioranza, potremo anche tornare alle urne: sapendo però che chi vincerà le elezioni avrà in entrambi i rami del parlamento i numeri necessari per governare. Augurando a questa legislatura, e a Romano Prodi in particolare, di arrivare fino al 2011, bisogna mettere ragionevolmente in conto che si possa arrivare a elezioni politiche anticipate. Approdare a questa scadenza senza il Partito Democratico, solo con l'alleanza elettorale dell'Ulivo sarebbe perdere una grande occasione. Ma per fare un percorso entusiasmante occorre un netto cambio di marcia dopo i congressi dei due partiti fondatori. Perché senza entusiasmo, con una fusione fredda tra DS e Margherita, si va incontro a una sconfitta certa, e di conseguenza alla dissoluzione del nuovo partito, come avvenne, a fine anni sessanta, con la fusione tra socialisti e socialdemocratici. Ma tutti sanno che questo cammino per avere successo deve partire dal basso e soprattutto dalle periferie. Deve entusiasmare quella società civile disposta a mobilitarsi per il "partito nuovo" e che rappresenta, senza alcun dubbio, quel "valore aggiunto" che spesso determina la vittoria del centrosinistra, così come dimostra il risultato dell'Ulivo alla Camera rispetto a quello conseguito al Senato con liste separate. La Convention del 28 aprile non pretende certamente di delineare in modo definitivo il progetto del nuovo partito irpino che vogliamo sia fortemente ancorato alla realtà del nostro territorio. Essa servirà soprattutto ad analizzare il percorso che abbiamo fatto assieme alle altre associazioni e alle avanguardie dell'Ulivo, a delineare le grandi ragioni che ci sostengono, a descrivere i caratteri che vogliamo che abbia il futuro partito e dire cosa intendiamo fare per avvicinare l'obiettivo. Naturalmente, non ci aspettiamo risposte particolarmente incoraggianti dai dirigenti provinciali di Margherita e DS al nostro invito di partecipare con proposte operative alla Convention di Paternopoli, anche se in cuor nostro nutriamo qualche speranza. D'altra parte, non sono pochi i segnali in questi giorni che ci fanno sperare in positivo. Apprendiamo infatti con soddisfazione che anche il dott. Federico Troisi, ex consigliere provinciale ed esponente di spicco della Federazione DS, abbia deciso di schierarsi in favore del progetto riformista (articolo di fondo del Corriere del 6 marzo 2007). Un segnale importante che non sottovalutiamo e che, nella situazione attuale, va a scontrarsi sicuramente con una politica "ottuagenaria" che resiste all'innovazione e alza barricate persino nel proprio partito. Occorrono quindi ulteriori sforzi e avanzamenti per indurre i vecchi partiti irpini ad aprirsi ad una nuova visione del futuro o comunque a superare questo loro momento di difficoltà. E soprattutto occorre far saltare quelle alleanze anomale tra innovatori e massimalisti che mirano esclusivamente al mantenimento dello status quo. Senza una vera "rivoluzione copernicana" appare sempre più improbabile che in Irpinia possa nascere e soprattutto rafforzarsi un Partito Democratico.
Antonio Petruzzo
Andrea Forgione
Alevidio Zoena