Il 14 ottobre abbiamo avuto la conferma che più di quarantacinquemila persone, nella nostra provincia, si sentono parte attiva dell'Ulivo. Queste persone hanno dato credito al nostro partito, ma ad una precisa condizione: che il Partito democratico irpino sia nuovo davvero e dia loro la concreta possibilità di partecipare alle scelte politiche locali e nazionali. Perché una cosa deve essere chiara, al di là di ogni ambiguità: il voto espresso alle primarie di ottobre è stato un voto per il cambiamento, e non per la continuità. In altre parole, quel voto, anche in Irpinia, è stato una precisa richiesta di discontinuità, di cambiamento rispetto al passato che ha fatto apparire di colpo molte consuetudini della politica italiana vecchie e arrugginite. Il nostro vero problema, adesso, è come evitare di mettere i nuovi contenuti in scatole vecchie. E' combattere la tentazione di collocare questa grande novità dentro schemi tradizionali. E' non lasciare il campo a chi nel nuovo partito non ha mai creduto e semplicemente fa finta che nulla è cambiato, che tutto è rimasto come prima. Se fosse così, davvero avremmo perso un'occasione storica e irripetibile che dopotutto ha creato aspettative in chi si è recato a votare il 14 ottobre e divisioni tra i delegati che eleggeranno il Coordinatore provinciale che invece di stimolare il dibattito rischierebbero di interromperlo. Il prossimo 24 novembre, infatti, si riuniranno ad Avellino tutti gli eletti nelle assemblee costituenti regionale e nazionale che si sono candidati nei collegi di Avellino, Atripalda e Mirabella Eclano per eleggere, a maggioranza assoluta dei presenti e con eventuale ballottaggio tra i primi due, il Coordinatore provinciale. I delegati alle assemblee costituenti regionale e nazionale che si sono candidati nel collegio di Ariano Irpino invece, per una strana regola del dispositivo proposto da Veltroni, voteranno a Benevento.
Si costituirà inoltre un Coordinamento Provinciale, composto dai suddetti eletti nelle assemblee costituenti, nonché dal Consiliari del PD nel Comune di Avellino, dalla Presidente della Provincia e dal capigruppo provinciale del PD, dai consiglieri regionali e dai parlamentari aderenti a gruppi del PD. Ci auguriamo che sabato 24, quindi, venga eletto un Coordinatore provinciale con un nuovo metodo nel quale dovrà prevalere la valutazione delle qualità personali del candidato rispetto alle vecchie appartenenze, a logiche oligarchiche o di corrente, a pratiche basate su concetti primitivi e, per certi aspetti, feudali della cooptazione o del nepotismo. C'è una provincia che oggi subisce, e che ancor più domani dovrà fare i conti, con il disinteresse o peggio l'egoismo mostrato dai tanti uomini politici. Con la dimostrata incapacità di elaborare un progetto di sviluppo per questa provincia, di valorizzare le risorse del territorio, di rendere accessibile e giusto il mercato del lavoro. Di scegliere secondo il merito e dare spazio al talento e all'impegno. Di costruire uguaglianza di opportunità e di rompere quella logica clientelare che mortifica le persone e continua a frenare la provincia. Se non ci sarà un chiaro segnale di discontinuità con il passato non ci sarà innovazione e progresso in questa provincia. Eppure, noi abbiamo bisogno di una politica semplice, che sappia ascoltare le esigenze dei cittadini, di una democrazia che decida. L'Irpinia è malata. La sua malattia è la crisi economica, politica, culturale che perdura ormai da molti decenni. Un sistema malato, dominato da un'oligarchia, in cui tutti mirano a distruggere e pochi assegnano a se stessi il compito di costruire. Invece l'Irpinia ha bisogno di un nuovo inizio, di una nuova stagione, di scelte condivise. Ha bisogno di una nuova classe dirigente. Ha bisogno di un nuovo senso della legalità e del valore delle regole. Ha bisogno più che mai che si affermi l'etica della responsabilità e del rispetto verso i diritti dei cittadini. Sabato 24, dunque, con l'elezione del Coordinatore provinciale, non possiamo continuare a sbagliare e a deludere i cittadini e gli elettori che hanno creduto in un vero cambiamento. Nel fare il Partito democratico ci siamo tutti assunti una grande responsabilità, innanzitutto quella della innovazione e del rinnovamento della politica; responsabilità che sentiamo tutta intera sulle nostre spalle, nei nostri cuori e nelle nostre teste e alla quale non intendiamo venir meno per gli impegni assunti con gli elettori.
Data 17/11/2007
Antonio Petruzzo
Presidente APD per l'Irpinia
Componente Provinciale dei Riformisti Coraggiosi