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L’antica Avellino sorse a pochi chilometri dalla Abellinum romana (l’odierna Atripalda) una delle due colonne militari allestite da Roma in Irpinia durante la lotta tra Mario e Silva. Furono proprio i Romani a costruire le prime strade che ruppero l’isolamento di questo territorio montano. Subite le occupazioni longobarde, bizantina, normanna, sveva ed angioina, la città entrò a far parte del Regno di Napoli.
La città fu governata da diverse famiglie feudatarie tra cui i Dell’Aquila , i Del Balzo, i Monfort, i Filangieri, i De Cardona ed i Caracciolo che ne furono signori incontrastati dal 1581 al 1806. Dal XVI secolo, Avellino conquistò notevole importanza proprio grazie al governo dei Caracciolo che ne fecero un centro di cultura ed arte. Nel 1806, sotto il dominio francese, Avellino, ricca sempre di fermenti culturali, sociali e politici, tornò ad essere capoluogo di provincia. Nel 1820 fu centro di moti rivoluzionari che portarono Ferdinando I di Borbone a concedere la prima costituzione del Regno di Napoli.
Devastata a più riprese da terremoti che ne hanno funestato la storia, la città presenta oggi un aspetto prevalentemente moderno, con strade e piazze ampia. La felice posizione della città , che di fatto è al centro della regione ed equidistante dalle altre città della Campania, unita al collegamento con veloci arterie stradali ed autostradali, ha fatto sì che questo capoluogo divenisse in pochi decenni una realtà commerciale e culturale di prima importanza. Pregevole il metodo usato per la ricostruzione, che ha ottemperato ai principi di rispetto del nucleo antico.
Il centro storico è stato, infatti, ricostruito senza sconvolgimenti della pianta urbanistica e della paesaggistica. Degna di menzione sono la villa comunale e i giardini con le fontane di Piazza Libertà. I palazzi storici del centro cittadino sono occupati, quasi ininterrottamente da esposizioni d’arte ed altre iniziative culturali. Duomo: Restaurato dopo il sisma del 1980, l’edificio fu costruito sulla collina La Terra nel XII secolo e dedicato alla Madonna Assunta. La facciata mostra un portale con un altorilievo con scene dell’Ultima Cena . L’interno della chiesa ha un soffitto cassettonato in legno dorato con un dipinto settecentesco del Ricciardi raffigurante la Madonna Assunta . L’altare maggiore è ricco di marmi intarsiati mentre nelle dieci cappelle laterali sono vari dipinti ottocenteschi di Achille Iovine, con scene prese da episodi biblici. Interessante la tela raffigurante i Re Magi, opera seicentesca di Marco Pina da Siena. Il coro ligneo cinquecentesco è del Torterelle ed ha tredici pannelli raffigurante la vita di Gesù. Sotto la navata centrale è una cripta a tre navate, dove troviamo capitelli e dipinti settecenteschi del Ricciardi. Interessante la Torre Campanaria abbellita da materiali architettonici di età romana. Museo Diocesale: Alle spalle del Duomo c’è un piccolo museo in cui si conservano alcune opere d’arte salvate dalle chiese crollate in provincia dopo il sisma del 1980 e successivamente restaurate.
A pochi metri si trova il funzionale palazzo De Conciliis, sede universitaria e centro di importanti manifestazioni culturali.
Simbolo e memoria storico dello sviluppo della città nel Medioevo, la sua edificazione risale al quarto secolo. Ristrutturato in parte nel decennio scorso, ne restano imponenti ruderi inseriti tra due dorsali collinari panoramiche: l’attuale Rione Parco e la propaggine della collina del Liquorini. Ricostruito nel XV secolo da Alfonso D’Aragona e trasformato in Palazzo Residenziale da principe Camillo Caracciolo, vi furono ospitati celebri personaggi, tra cui Papa Innocenzo II, Ruggero II, Carlo Martello e il Duca Francesco D’Este.
Possiamo ancora vedere il palazzo della Dogana (XVII secolo) con facciata barocca del Fanzago, la Fontana di Bellerofonte del 1669, in stile barocco realizzata su disegno del Fanzago, e la torre dell’orologio, sempre nello stesso stile architettonico.
Meritano di essere conosciute per i preziosi dipinti e le varie opere d’arte in esse contenute, la Chiesa del Rosario in corso Vittorio Emanuele, la Chiesa di San Generoso, la Chiesa di Santa Maria del Rifugio in piazza del Popolo, nonché la settecentesca Chiesa dell’Oblate in via Trinità. Palazzi: Tra i palazzi meglio conservati si segnalano Palazzo Caracciolo oggi sede dell’amministrazione provinciale, Palazzo del Governo, Palazzo de Peruta, il Convitto Nazionale, luogo il corso provinciale, di fronte allo spazio verde più importante della città, la Villa Comunale, in cui si possono vedere numerose specie arboree secolare quali tigli e platani.
Non lontano è il Carcere Borbonico, costruzione ottocentesca, sede di una pinacoteca d’arte contemporanea e di mostre permanenti, convegni e manifestazioni culturali che vi si svolgono ininterrottamente durante tutto l’anno. Museo Irpino: Collocato nei primi due livelli del complesso culturale di Corso Europa, il museo vede esposto nelle dieci sale del pianoterra centinaia di reperti databili dalla preistoria e provenienti dall’intera Provincia. Al primo piano si trova la sala dedicata al Risorgimento con pinacoteche d’arte moderna, in cui sono preziose tele datate tra il XVII e il XIX secolo, ceramiche di Capodimonte del Sette – Ottocento, documenti antichi ed un presepe napoletano del ’700 di notevole dimensione.