Polisportiva Calabritto 2
Sporting Paternopoli 2
Polisportiva Calabritto: Melillo, Lione, Gonnella B., Cozzi, Velella (dal 35' s.t Farella), Pomo, Ficetola (dal 1' s.t Gonnella A.), Carluccio, Bisogno (dal 39' s.t Mattia), Lembo, Campione (dal18' s.t Di Leone).
A disposizione: Aita, Troietto, Cianciulli P.
Allenatore: Cuomo.
Sporting Paternopoli (4-3-3): Perillo - Lapio, Iannuzzo, Gregorio, Spagnuolo (dal 25' s.t Lo Vuolo 92) - D'Aveta, Di Prisco, D'Amato - Cristiano, Balestra V., Granitto.
A disposizione: Tecce, Gentile.
Allenatore: Melfitano.
Lo Sporting mostra i muscoli.
Lo Sporting incappa a Calabritto nel terzo pareggio di questo inspiegabile campionato. I titoli di coda lasciano sensazioni contrastanti per gli uomini di Melfitano. Si tratta di un dejavù in una stagione che, partita con ben altri auspici, si sta caratterizzando sempre di più per un potrei ma non voglio. A chi delle due serve il punticino che resta in fondo a questa partita? Probabilmente a nessuna delle due squadre che restano ancora appaiate laggiù in fondo. Ma è un punto che può soddisfare in parte lo Sporting che a pochi minuti dalla fine stava riuscendo a perdere una partita dopo aver colpito due legni e dopo un rigore negato a Vittorio Balestra. Niente da fare, è uno Sporting che deve ancora crescere per pensare di poter pensare in grande. Nonostante i buoni propositi ogni partita è sempre uguale alla precedente. Certo, in un campo ostico come quello di Calabritto non è facile fare risultato, ma a fine partita rimane comunque il rimpianto per quello che poteva essere e non è stato. Il dato positivo è sicuramente il carattere di una squadra che quando vuole non molla e si esalta nelle difficoltà. È proprio questo il problema, quando vuole. Di fatto finora lo Sporting ha giocato solo a sprazzi in questo campionato. Una squadra altalenante capace di tutto nel bene e nel male. Ora è forse arrivato il momento di guardarsi dentro e fare la cosa giusta. Dare finalmente un senso al futuro.
LA PARTITA. Quelle di Melfitano sono scelte obbligate vista l'assenza di Barbieri e dei due Palmieri oltre a quella ormai cronica di Angelo Balestra. Di Prisco torna titolare dopo quattro mesi al centro del campo. D'Aveta e D'Amato completano il reparto. Dietro Spagnuolo si riappropria della fascia sinistra con Iannuzzo che torna a far coppia con Gregorio in mezzo alla difesa. Lapio va a destra. Davanti Vittorio Balestra è il centravanti coadiuvato da Granitto e Cristiano. Pronti via e lo Sporting non sembra avere timori reverenziali contro un Calabritto sostenuto da un centinaio di tifosi. La prima occasione è della squadra di casa: al 10' Carluccio sfiora il palo con una punizione dal limite. Lo Sporting non ci sta e risponde con Granitto che si invola sulla sinistra e lascia partire un rasoterra che sfiora il palo della porta difesa da Melillo. Al 17' Spagnuolo batte una punizione dalla sinistra, palla in mezzo per l'accorrente D'Aveta che di testa colpisce la traversa. Nemmeno il tempo di disperarsi che sull'azione susseguente il Calabritto passa: Lembo batte una punizione dal limite, Perillo respinge goffamente e Bisogno mette dentro da due passi. E il ventesimo e la partita si mette in salita. Il centrocampo è in difficoltà contro un avversario ben messo in campo e che quando spinge crea problemi. Di Prisco è come paralizzato, dovrebbe far girare la squadra, ma fa girare qualcos'altro ai compagni. D'Aveta combatte ma può poco, D'Amato sembra girare a vuoto. Lo Sporting nonostante tutto riesce a trovare la forza di reagire e al 37' pareggia: Granitto viene atterrato in area da Lione, è rigore. Dal dischetto va lo stesso numero undici che spiazza Melillo con una conclusione centrale. Dopo pochi minuti gli ospiti vanno vicini al vantaggio ancora con Granitto, uno dei più positivi, che da fuori centra la traversa. La sfortuna continua ad essere la compagna di viaggio degli uomini di Melfitano. Poco prima dell'intervallo ci prova ancora Lembo su punizione, ma Perillo alza sopra la traversa. La prima frazione di gioco si chiude con la sensazione che Di Prisco non riesca a dirigere la manovra. Vittorio Balestra si sbatte ma non viene servito a dovere e Spagnuolo abbia qualche difficoltà quando viene attaccato. Nonostante tutto però con i giusti accorgimenti la vittoria sembra alla portata. Nella ripresa Melfitano manda i campo gli stessi undici del primo tempo. Dopo pochi minuti è Cristiano a provarci ma spara debolmente tra le braccia di Melillo. Il portiere avversario diventa protagonista qualche minuto dopo: Cristiano dalla destra libera D'Amato davanti alla porta, Melillo però sceglie bene il tempo dell'uscita ed evita guai peggiori. Il Calabritto gioca ma non sfonda, Gregorio e Lapio sono puntuali nel chiudere i varchi. Al 25' Melfitano manda dentro Lo Vuolo 92 al posto di Spagnuolo, ma la mossa si rivela un boomerang. Cinque minuti il nuovo entrato commette fallo sulla sinistra, punizione del solito Lembo, Bisogno devia di testa e Carluccio, appostato sul secondo palo fa secco Perillo. Lo Sporting continua inesorabilmente a fare acqua sulle palle inattive. Sembra il gancio del KO ma qualcosa scatta negli uomini di Melfitano. Vittorio Balestra si invola verso la porta avversaria e viene steso da Melillo in uscita, sarebbero rigore ed espulsione del portiere, ma l'arbitro sorvola incredibilmente assegnando semplicemente il calcio d'angolo. All'ottantacinquesimo il pareggio: Granitto innesta il turbo sulla sinistra, palla in mezzo per l'accorrente Cristiano che supera Melillo in uscita disperata. I locali protestano per un giocatore del Calabritto a terra nel momento in cui parte l'azione e cominciano gli insulti e la caccia all'uomo anche da parte di qualche esagitato sugli spalti. Da quel momento si esce dalla storia della partita e si entra nella cronaca di un dopo partita vergognoso fatto di sputi e minacce all'indirizzo degli ospiti.
Più: il carattere.
Meno: la solita fragilità sulle palle inattive.
Pagelle.
Sporting Paternopoli: VOTO 6,5. Strappa un pareggio su uno dei campi più ostici del girone. Certo rimane il rimpianto per le occasione non sfruttate e per le solite amnesie sulle palle inattive ma questa squadra ha delle qualità indubbie. Se riuscisse a tirarle fuori più spesso nessun traguardo le sarebbe precluso.
IL MIGLIORE: VOTO 7.
Granitto. Si procura il rigore che poi trasforma facendo venire qualche palpitazione di troppo ai compagni. Timbra la traversa e dà l'assist decisivo a Cristiano per il 2 a 2 finale. In mezzo tanta corsa ed abnegazione a difesa degli equilibri di squadra. Non aveva mai giocato con questa carica agonistica negli anni passati. Contrariamente a quanto poteva sembrare all'inizio è parte integrante del progetto e uno dei cuori pulsanti dello spogliatoio. Cosa chiedergli di più? Scoperta.
Perillo: 5. Fornisce a Bisogno l'assist del primo gol intervenendo goffamente sulla punizione di Lembo. Per il resto fa il minimo sindacale ed è incolpevole sul raddoppio. Si tranquillizzi nessuno vuole mettergli la croce addosso. Sono solo dati oggettivi. Goffo.
Lapio: 6. Torna a destra anche se il meglio di sé lo dà da centrale. È puntuale nelle chiusure. Se c'è da impostare imposta, se c'è da spazzare spazza. Di testa sono quasi tutte sue. Presente.
Iannuzzo: 6,5. Torna a disposizione al centro della retroguardia e gioca la solita partita di sostanza. Ogni tanto va in difficoltà contro avversari più alti di lui ma nel complesso se la cava sempre. Puntuale.
Gregorio: 7. Sta giocando il miglior campionato della carriera. Le sue prestazioni rasentano la perfezione. Non perde mai la calma, fa sempre la cosa giusta. Implacabile nelle chiusure, elegante nelle aperture. Mette le ganasce agli avversari. Elisir di lunga vita.
Spagnuolo: 5,5. Torna titolare in quello che è il suo vero ruolo, ma va spesso in difficoltà quando viene attaccato. Non è in giornata per le qualità che ha può dare molto di più. Il suo è un lacunoso presidio della fascia. Spaesato.
(dal 25' s.t Lo Vuolo 92: 5. Entra per blindare la fascia ma diventa l'anello debole della difesa. Costantemente in ritardo. Quando entra lui la falla a sinistra diventa una voragine. Disastro. )
D'Aveta: 6. Combatte su ogni pallone. Ci mette l'anima. Fa il suo con crescente concentrazione. Usa la sciabola e lascia da parte il fioretto. Un solo neo: si dimentica di Carluccio in occasione del raddoppio avversario. Guerriero.
Di Prisco: 5,5. Il primo tempo è un disastro. Sbaglia appoggi che sembrano elementari e difetta in personalità. Nel secondo tempo però si riprende e comincia ad entrare nel vivo della manovra. Ha le qualità per arrivare lontano. Giochi con semplicità e i risultati arriveranno. È sulla buona strada per diventare un giocatore importante. Futuro.
D'Amato: 6. Il solito motorino in mezzo. Uno degli ultimi ad arrendersi. Avrebbe l'occasione di segnare ma si fa anticipare da Melillo. Costante.
Cristiano: 6,5. Corsa e sostanza. Quando parte è la solita furia. Deliziosa l'apertura con cui libera D'Amato davanti alla porta. Sigla il pareggio con un pallonetto che si insacca sotto la traversa. Se gioca con la testa è uno dei punti di forza di questa squadra. Furia.
Balestra V.: 6. Se gli arrivano pochi palloni giocabili la colpa non è sua. Cerca di correre su e giù per creare guai nella difesa avversaria. Con il fisico che si ritrova non può fare altro. Viene atterrato da Melillo in piena area ma l'arbitro sorvola. Sfortunato.