Virtus Conza 4
Sporting Paternopoli 1
Virtus Conza: Cordasco, Zoppi M., Petrozzino A., Rosamilia, Chiancone G., Masini (dal 20’ p.t Petrozzino A.), Zoppi A. (dal 32’ s.t Tufano), Petrozzino M., Chiancone G., D’Elia (dal 1’ s.t Capasso), Megaro (dal 35’ s.t Buscetto).
A disposizione: Santoro.
Allenatore: Larotonda.
Sporting Paternopoli(4-3-3): Tecce – Lo Vuolo 92, Lapio R., Lapio M., Gregorio – D’Aveta, Palmieri 90, D’Amato – Cristiano, Balestra V., Spagnuolo.
A disposizione: --------------
Allenatore: Melfitano.
RETI: 55’, 75’ Capasso (V.), 60’ Zoppi A. (V.), 68’ Megaro (V.) – 65’ Balestra V. (S.).
La partita dei rimpianti.
Cosa gli vuoi dire? Niente. Sino alla fine ci ha provato, ci ha creduto. Ad un certo punto sembrava che la diga potesse resistere. Pur tra mille problemi, tra mille defezioni. In precedenza ha sbagliato qualche partita, ha commesso errori di presunzione. Ma domenica ha cercato di fare il massimo e ha giocato da grande, tenace protagonista. Rimane l’amaro in bocca a commentare sconfitte come quelle di domenica. Certo la Virtus Conza si sta giocando il campionato e per lunghi tratti della gara ha dimostrato di meritare il secondo posto in classifica. Dal canto suo però lo Sporting ha lottato con i denti soprattutto nel primo tempo e non meritava una punizione così dura. A far aumentare la rabbia tra le fila di quello che era rimasto della Melfitano’s band il fatto che la sconfitta sia arrivata nella seconda frazione di gioco per via di quattro reti evitabili. Disattenzioni che hanno pesato come macigni e hanno indirizzato la gara verso la strada sbagliata. Ciò che conta comunque è lo spirito che ha caratterizzato la trasferta di Conza. Per via di assenze più o meno eccellenti erano infatti undici gli uomini a disposizione di Melfitano. Undici leoni che hanno ruggito per tutto il primo tempo combattendo su ogni pallone e gettandosi in ogni mischia. Un tale coraggio e una tale rabbia agonistica da far pensare che l’impresa potesse essere davvero alla portata. Poi nella ripresa il crollo. Un crollo fragoroso ma anche prevedibile per via delle non perfette condizioni fisiche di alcuni uomini cardine scesi in campo e della mancanza di alternative. Una beffa ma anche e soprattutto un’importante lezione sportiva per il futuro. Per uno spicchio di gara lo spirito Sporting ha aleggiato sul campo di Conza e ha rischiato di confezionare un miracolo. Certo la sconfitta era un epilogo prevedibile per le condizioni in cui era arrivata questa gara. Ma ora a riflettori spenti è difficile accettarlo. Quella voglia di non mollare e di combattere sempre e comunque però deve rappresentare uno stimolo per ripartire. In queste settimane si sta chiudendo un campionato, non un ciclo. Insistere, persistere, resistere.
LA PARTITA. Sono undici i giocatori a disposizione di Melfitano. Non certo le migliori premesse per affrontare la seconda forza del Girone G. Lo Sporting si schiera con Tecce in porta, Rino e Mauro Lapio centrali, Lo Vuolo 92 a destra e Gregorio a sinistra. Il centrocampo fa leva su D’Aveta, Palmieri 90 e D’Amato. Davanti il tridente Cristiano, Vittorio Balestra e Spagnuolo. Undici uomini di cui uno, Gregorio, in non perfette condizioni fisiche e gettato nella mischia per necessità. Con queste premesse il pomeriggio non si prospetta dei migliori. Pronti via e la Virtus inizia a fare sul serio. I padroni di casa sono obbligati a vincere per continuare a coltivare sogni di promozione. Al 33’ primo pericolo per lo Sporting: Alfonso Zoppi si incunea in area, rasoterra preciso ma Tecce fa buona guardia sul primo palo. Quattro minuti dopo il portiere ospite si ripete volando su una punizione battuta a D’Elia e diretta sul secondo palo. Lo Sporting non si abbatte e continua a lottare in mezzo al campo. Potrebbe anche segnare sugli sviluppi di un corner se il colpo di testa di Mauro Lapio non fosse impreciso. Proprio il capitano degli ospiti alcuni secondi dopo salva sulla linea di porta una conclusione dello scatenato Megaro. Al 42’ è ancora la Virtus a sfiorare il vantaggio: Megaro entra in area e tira a botta sicura ma Tecce disinnesca con bravura. Si va al riposo con la sensazione che la Virtus inizi ad avere paura. Melfitano chiede ai suoi di continuare a resistere per poi ripartire in contropiede. Al rientro in campo però gli ospiti appaiono troppo stanchi e al decimo soccombono. Calcio d’angolo battuto da Alfonso Zoppi per la testa di Capasso, D’Aveta devia e fa secco il proprio portiere. E’ lo stesso Zoppi cinque minuti dopo ad avventarsi sul traversone di Petrozzino e ad infilare Tecce per la seconda volta. Lo Sporting però ha un moto d’orgoglio e al 65’ accorcia le distanze con Vittorio Balestra che si infila tra due difensori e trafigge Cordasco in uscita con un preciso rasoterra. E’ il due a uno ma dura poco: tre minuti dopo infatti Megaro di libera in area e di potenza scarica la sfera sotto la traversa. E’ il colpo del ko. Lo Sporting perde D’Amato per infortunio, Gregorio, Mauro e Rino Lapio accusano problemi più o meno gravi. Lo Sporting è ormai piegato su se stesso e al 75’ arriva il poker con Capasso che servito da Petrozzino supera Tecce in uscita disperata.
Più: lo spirito.
Meno: prende quattro gol evitabili.
Pagelle.
Sporting Paternopoli: VOTO 5,5. Nella prima frazione resiste agli attacchi con abnegazione e spirito di sacrificio. Cala nel secondo tempo quando la fatica si fa sentire.
IL MIGLIORE: VOTO 6,5.
Tecce. Nel primo tempo è l’incubo degli avversari. Attento su Zoppi. Strepitoso sulla punizione di D’Elia diretta nell’angolino. Freddo su Megaro. Quando non ci arriva è Mauro Lapio a dargli una mano salvando sulla linea. L’incantesimo si spezza nella ripresa quando deve raccogliere per quattro volte il pallone nella propria rete. Rigenerato.
Lo Vuolo 92: 5. Nel primo tempo tiene botta. Nella ripresa va in tilt. Perde Megaro a due passi dalla porta nell’azione del terzo gol. Si fa superare da Capasso al momento del poker. A volte sembra giocare con poca sicurezza. Goffo.
Lapio R.: 5,5. Gioca d’anticipo per buona parte della partita. Non riesce a sventare l’assist di Petrozzino nell’azione del secondo gol. Va in confusione insieme a Lo Vuolo 92 su Capasso al momento della quarta rete. Altalenante.
Lapio M.: 6-. Salva sulla linea nel primo tempo. Nella ripresa va in difficoltà con l’ingresso di Capasso. E’ l’unico a tentare l’anticipo di testa. Proprio di testa potrebbe segnare sugli sviluppi di un corner ma è impreciso. Sbrigativo.
Gregorio: 6. Non è in condizione ma stringe i denti. Schierato a sinistra chiude ogni varco. L’unico neo quando si fa anticipare da Zoppi in occasione del due a zero. Cuore.
D’Aveta: 5,5. Tenta di proporsi ma non sempre ci riesce. A volte è troppo impreciso. In ritardo in alcune chiusure. Viaggia con un filo di gas. Frenato.
Palmieri 90: 5,5. Inizia in maniera autoritaria ma cala alla distanza. Alcune buone chiusure ma anche qualche passaggio impreciso. Esausto.
D’Amato: 5,5. Vaga per il campo a volte con scarso costrutto. Fa fatica a trovare il guizzo giusto. Non riesce ad incidere. Uno come lui è abituato a prestazioni di tutt’altra qualità. Esce per infortunio. Indisciplinato.
Cristiano: 6. Autore dell’assist a Balestra. La solita prestazione di corsa e strappi lungo l’out di competenza. Ci mette l’anima ma a volte sembra sbattere volontariamente contro gli avversari invece di saltarli. Lotta su ogni pallone. Crash Test.
Balestra V.: 6,5. Segna il gol che potrebbe riaprire la contesa. Gioca una partita di sacrificio. Sponde, tiri, qualcosa di buono. Graffiante.
Spagnuolo: 6. Schierato nel tridente da il suo contributo. Corre lungo l’out. Tampona e rilancia. A volte non è preciso. Attento ed elastico. Fa la spola tra il centrocampo e l’attacco. Duttile.